Home » “E me ne vanto”: la storia di Carlo Falvella tra cameratismo ed eroismo

“E me ne vanto”: la storia di Carlo Falvella tra cameratismo ed eroismo

by La Redazione
0 commento
Carlo Falvella

Roma, 15 sett – Altaforte Edizioni pubblica E me ne vanto (160 pp.; 17,00 €), il nuovo libro di Tony Fabrizio dedicato alla figura di Carlo Falvella, vicepresidente del FUAN di Salerno, ucciso a soli 22 anni in un’Italia che ancora non aveva trovato il coraggio di chiamare “anni di piombo” quelli che stavano insanguinando le sue piazze.

E me ne vanto: la storia di Carlo Falvella

La vicenda di Falvella, ipovedente eppure sempre in prima linea, non viene narrata con il piglio sterile della cronaca giudiziaria, ma attraverso il significato di un gesto che ha la forza del mito. Quel 7 luglio 1972, davanti a un gruppo di antifascisti armati di odio, Carlo non si limita a resistere: sceglie volontariamente di frapporre il proprio corpo e la propria vita per salvare un amico. La sua morte diventa così dispensatrice di vita, testimonianza radicale di un credo che non arretra di fronte all’inevitabile. Fabrizio evita la retorica vittimistica e restituisce al lettore l’immagine di un giovane militante che, pur nella sua quotidiana normalità, compie un atto extra-ordinario. Un sacrificio che non appartiene soltanto alla cronaca nera degli anni Settanta, ma che affonda le radici nella tradizione millenaria dell’eroismo europeo: la scelta di morire non per caso, ma nel momento giusto, per trasformare un destino individuale in un’eredità immortale. La pubblicazione di E me ne vanto è anche un atto di giustizia: ribadire che Carlo Falvella non fu una vittima collaterale di un omicidio preterintenzionale, come recitano le carte, ma la prova vivente che l’odio antifascista aveva già scelto di colpire un “nemico politico”. Da quella tragedia nacque lo slogan “uccidere un fascista non è reato”, cifra di un clima di violenza che ancora oggi certa memoria selettiva cerca di edulcorare.

Un ragazzo di carne e sangue

Accompagnato dalla prefazione di Alita B. e dalla postfazione di Valentina Carnielli, il volume rappresenta una testimonianza necessaria: Carlo non come simbolo imbalsamato, ma come ragazzo di carne e sangue che, nel nome del cameratismo, seppe andare oltre se stesso. Con questo libro, Altaforte consegna alle nuove generazioni non solo una biografia, ma un testamento ideale: ricordare Carlo Falvella significa guardare negli occhi il coraggio e il sacrificio, contro la normalizzazione di un tempo che vorrebbe ridurre gli eroi a vittime qualsiasi.

La Redazione

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati