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Dalla fantascienza alla realtà: il racconto della sostituzione dei popoli europei

by La Redazione
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Roma, 16 sett – Nel 1955, settanta anni fa, Jack Finney scrisse un romanzo di fantascienza, “L’invasione degli ultracorpi”, dove delle forme aliene vegetali uccidono gli esseri umani e ne prendono il posto. Un horror, ma soprattutto un libro predittivo che simbolicamente anticipò il futuro dei popoli europei, invasi da milioni di alieni che li sostituiscono. Vent’anni dopo Jean Raspail immaginò nel Campo dei Santi l’invasione dell’Europa di masse di diseredati provenienti dal subcontinente indiano, che diventano i padroni del vecchio mondo. Nel 2015 Houellebecq nel romanzo Sottomissione descrisse la vittoria alle elezioni e la conseguente presa del potere di un partito islamico sostenuto da una coalizione di Sinistra. I romanzi di Raspail, Houellebeck, Obertone, descrivono puntualmente quella che Renaud Camus ha chiamato la “Grande sostituzione”.

La grande sostituzione: dall’immaginazione alla cronaca

La fantasia talvolta supera la realtà, da anni orde di clandestini arrivano dal terzo mondo, stati sovrani invasi da ondate di disperati che abbassano il valore del lavoro accettando salari da fame o alimentando la criminalità, spargendo violenza e terrore. Per i clandestini la nostra terra è un immenso parco giochi deve sfogare le pulsioni più basse, protetti dal buonismo suicida e dall’indulgenza della Legge. Il progressismo immigrazionista, paladino dei diritti di qualsiasi minoranza pretenziosa e prepotente, non protegge solamente i bianchi. Non difende nemmeno coloro che lasciano la loro patria in cerca di fortuna, fingendo di ignorare che emigrare è traumatico e doloroso. Si disgregano le famiglie, si rompono i legami tribali, si perdono lingua, abitudini e tradizioni, si diviene corpi estranei in un mondo sconosciuto. I viaggi dei clandestini, pagati migliaia di dollari, provocano il disturbo da shock post traumatico, talvolta causa di psicosi violente che sfociano in efferati omicidi.

Il business della sostituzione

Il disturbo mentale dei nuovi arrivati ed il conseguente danno ai cittadini non muove a pietà i ricchi progressisti arroccati nei quartieri alti. Sono stati creati appositamente servizi di etnopsichiatria a spese dei contribuenti per arginare la sofferenza psichica di soggetti sradicati e disturbati, nell’indifferenza di chi promuove l’invasione. Dietro queste politiche criminali gli interessi economici del grande capitale bisognoso di un “esercito industriale di riserva” di marxiana memoria, per aumentare i profitti e lo sfruttamento di nuovi schiavi. Ma aldilà delle manovre delle èlites mondialiste, l’invasione è dovuta alla sottomissione dei popoli alle teorie progressiste, all’accettazione supina all’ideologia woke, proveniente dagli USA culla della sovversione. Così l’uomo bianco, colpevolizzato di ogni nefandezza da chi vuole un’umanità senza volto, ha lasciato che la sua terra venisse assalita e depredata. Il senso di colpa, emozione suscitata dalla convinzione di avere infranto regole morali, quando è indotto a scopo di controllo e manipolazione abbassa l’autostima e genera comportamenti autodistruttivi.
Scatena pericolose autopunizioni, alti livelli di ansia, isolamento sociale per il timore di essere giudicati negativamente, sintomi di sofferenza psichica estremamente diffusi tra gli europei. Il capitalismo della sorveglianza, fase terminale del sistema economico fondato sull’egoismo e lo sfruttamento, è divenuto particolarmente aggressivo utilizzando le armi sottili mutuate dalla psicologia sociale.

Verso il caos finale

La distruzione della Natura, il decadimento mentale dovuto alla tecnologia, l’ibridazione dell’umano con le macchine, la liquefazione delle tradizioni in un’unica melassa globalista, travolgerà inevitabilmente anche i catalizzatori dell’età oscura.
La paranoia degli agenti della sovversione è conseguenza del delirio di onnipotenza di chi si crede depositario dell’elezione divina e scamperà miracolosamente alla fine del Kaliyuga. Le antiche tradizioni narrano che il Ragnarok travolgerà il cosmo senza risparmiare nessuno, nemmeno chi lo ha provocato o accelerato. La sommersione del mondo nell’acqua cosmica rappresenta simbolicamente la confusione delle razze e la fine delle stirpi, il caos finale. I popoli avviluppati in un sonno ipnotico sono caduti vittime di un sortilegio maligno che li imprigiona e rende deboli, privati degli anticorpi fatti di tradizioni e identità non hanno reazioni immunitarie contro gli antigeni stranieri. La favola mendace dell’integrazione è smentita dai fatti, gli invasori non hanno nessuna intenzione di uniformarsi ad una civiltà che disprezzano. Impongono una cultura aliena e feroce, si sostituiscono ai legittimi proprietari senza volontà di pacificazione, ma solo istinto di rapina. L’integrazione è l’ennesima fandonia progressista, l’unica realtà è l’assimilazione, come insegna la storia di Roma, l’accettazione totale di regole e costumi. L’immigrazione selvaggia non risolve il deficit demografico, gli immigrati subiscono un calo di natalità corrotti dal consumismo e dall’egoismo occidentale. Non risanano con il loro lavoro l’economia, costano miliardi per la sanità, le abitazioni, l’istruzione e l’ordine pubblico.

La terapia

Liberi dall’incantesimo delle bugie progressiste gli europei rialzano la testa riscoprendo il patriottismo, la terapia più efficace contro la morte dei popoli. Difesa dell’identità, ricostruzione della comunità, remigrazione: primo atto della liberazione.

Roberto Giacomelli

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