Roma, 29 lug – Si torna a parlare di M – Il figlio del secolo, la serie Sky tratta dal romanzo Antonio Scurati. È proprio Scurati che dal Giffoni Film Festival dichiara: «È abbastanza incredibile che una serie di questa bellezza, di questa potenza, non abbia ancora una seconda stagione […] l’accoglienza critica all’estero, in Paesi molto esigenti come il Regno Unito, lo testimonia: al netto di qualsiasi polemica politica o ideologica, gridano tutti al capolavoro. Bisogna chiedersi perché, ma io non voglio rivelare nessun retroscena.»
M- Il figlio del secolo censurato?
Dichiarazione che fa il paio con quella di marzo di Joe Wright, regista della serie, in merito alla difficoltà di trovare un distributore negli Stati Uniti (situazione sbloccata a maggio). Il responsabile di una grossa piattaforma di streaming avrebbe detto a Wright che la serie era troppo controversa. Evidente il sottotesto politico “l’America di Trump non vuole mostrare al pubblico le origini del fascismo e far vedere Mussolini che dichiara Make Italy Great Again”. Le nuove dichiarazioni di Scurati riaccendono il dibattito, e torna il tema strisciante della censura o autocensura che dir si voglia dietro al mancato rinnovo. Certo c’è chi ipotizza che possano esserci motivazioni più prosaiche con il Corriere della Sera che titola: «M – Il figlio del secolo» cancellata dopo la prima stagione: censura o costi eccessivi? Scurati: «Bisogna chiedersi perché». Ma al netto dei costi tutti concordano che M – Il figlio del secolo sia stato un successo di critica e pubblico. E che se nessuno si è ricordato della serie di Joe Wright agli Emmy Awards è solo perché è arrivata tardi sul mercato nordamericano, e magari il prossimo anno troverà spazio come ipotizza GQ. Senza entrare nel merito della “bontà” della serie televisiva caratterizzata da un grottesco così pronunciato che il Mussolini di Marinelli sembra il commissario Auricchio di Lino Banfi quando ruba le idee ai sottoposti in Fracchia la belva umana, proviamo ad approfondire il tema dei costi e dell’audience. M – Il figlio del secolo come una serie troppo scomoda che nessuno vuole farvi vedere? O, più semplicemente tra le più costose produzioni della storia della TV italiana. Ma una serie i cui ascolti presentano più incognite che certezze.
Il budget di M – Il figlio del secolo
M – Il figlio del secolo è una serie in costume con centinaia di comparse, con un regista di fama internazionale candidato all’Oscar, alle musiche uno dei The Chemical Brothers e protagonista uno degli attori italiani più quotati. Il budget era stato inizialmente preventivato a 49 milioni di euro, arrivati, sembrerebbe, a 64,8 milioni di euro. Un record per una produzione italiana. Per I Medici la serie Rai, coprodotta da Frank Spotnitz e distribuita all’estero da Netflix il budget era di poco inferiore ai trenta milioni di euro a stagione, ma era il 2016. Più recente il caso de L’amica geniale del 2018, adattamento di una serie di romanzi che ha avuto successo anche negli Stati Uniti: la saga di Elena Ferrante ha venduto 10 milioni di copie complessive in 40 paesi. La BBC ne aveva già fatto un adattamento radiofonico. Evidente come L’amica geniale televisiva avesse fin da subito un potenziale internazionale e a coprodurre con la Rai c’era il colosso della serialità statunitense di alta qualità e ad alto budget, ovvero HBO.
L’amica geniale coproduzione Rai – HBO
Per la prima stagione de L’amica geniale il budget era dell’ordine dei 30 milioni di euro. Per la produzione venne addirittura ricreato da zero un quartiere, il Rione Luzzati, ma c’era la certezza quasi matematica di rinnovo per la seconda stagione. Infatti venne riconfermata mentre andavano in onda gli ultimi episodi della prima stagione a dicembre 2018. Budget che nella stagioni succesive continuerà a salire arrivando con 56,8 milioni di euro per l’ultima stagione, sempre coprodotta da HBO. Anche Sky Italia ha coprodotto serie con HBO, come il caso di We Are Who We Are, di Luca Guadagnino, costata 47,4 milioni di euro e andata in onda nel 2020, e che negli Stati Uniti è stata accolta con ascolti decisamente più bassi de L’amica geniale. Insomma per M Il figlio del secolo è stato messo a terra un budget superiore a quello di uno dei massimi successi letterari italiani internazionali dai tempi de Il nome della rosa. E a differenza delle altre serie citate, dove c’era già un produttore internazionale di peso pronto a distribuirla con M Il figlio del secolo oltre a Sky c’è l’italiana The Apartment, legata alla britannica Freemantle, e i francesi di Pathé. E infatti inizialmente la serie, prima dell’accordo con MUBI a maggio, la serie era stata distribuita solo da Sky nel Regno Unito. E anche se è coprodotta da Pathé, a quanto riferisce Wikipedia in lingua francese: Questa miniserie è inedita in tutti i paesi francofoni. Censura anche lì, evidentemente, bisognerebbe chiedersi il perché?
Gli ascolti di M – Il figlio del secolo
Insomma, M – Il figlio del secolo è stato una scommessa sul piano della distribuzione. E per quanto riguarda gli ascolti? A quanto si legge dai comunicati stampa dopo la messa in onda dei primi due episodi sarebbero andati molto bene, sul podio dei migliori debutti di Sky per le serie italiane. Si legge dall’ANSA: «In una settimana hanno mediato più di 1 milione di spettatori, con oltre 2 milioni di contatti per il primo episodio, guadagnando alla serie dal premiato romanzo di Antonio Scurati la top 3 dei debutti di un titolo Sky Original dal 2021 ad oggi». Questo il dato che si ritrova in tutti gli articoli sul tema ascolti e mancato rinnovo. Certo si parla due milioni di contatti per il primo episodio, che si riducono mediati 1 milione di spettatori per i primi due episodi. Quasi che il 50 % degli spettatori abbia retto solo una puntata, senza recuperare la successiva. Abbandono degli spettatori che in generale è derubricato al fatto che la serie fosse “troppo impegnativa”, “difficile da seguire” o magari, troppo violenta. Ma gli episodi successivi come sono andati? Non ci sono stati altri comunicati. Certo l’hype intorno alla serie è rimasto altissimo fino all’ultimo episodio: non c’è canale o influencer che non ne abbia parlato su YouTube. E a differenza di altre serie chiacchieratissime che “dividono” il pubblico di YouTube (Leggi Gli anelli del potere) per M il figlio del secolo le recensioni negative su YouTube si contano sulle dita di una mano. È normale che si conoscano solo i dati di ascolto solo dei primi due episodi? Si può fare un ragionevole confronto con uno dei più autentici successi televisivi degli ultimi anni andato in onda tre mesi prima del biopic mussoliniano proprio su Sky. E sempre di biopic si tratta.
Gli ascolti di Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883
Parliamo della serie Hanno ucciso l’uomo ragno sulla genesi degli 883. Serie che mentre andavano in onda gli ultimi episodi vedeva già annunciare il teaser della nuova stagione, Nord Sud Ovest Est. Il 17 ottobre a sei giorni dal debutto di Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, si scopre che: «I primi due episodi dello show sono già stati visti da più di 1 milione 300mila spettatori medi in una settimana, numeri che fanno del titolo la nuova serie Sky Original debuttante più vista su Sky degli ultimi otto anni». Due settimane dopo per quinto e sesto episodio si aveva la conferma che la serie sugli 883 stesse mantendo il suo pubblico: «Il terzo e quarto episodio si mantengono sopra 1 milione 300mila spettatori medi in una settimana, facendo registrare un +3% sulla performance dei primi due nella prima settimana e più 5 punti percentuali come permanenza del pubblico». Ma la vera sorpresa in termini di numeri è a ridosso dell’ultima puntata: «I primi due episodi della serie prodotta da Sky Studios e Groenlandia, invece, sono stati visti finora da 2 milioni di spettatori medi». Insomma per i primi due episodi di M – Il figlio del secolo a una settimana dal debutto gli spettatori medi dei primi due episodi erano un milione. Per Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, andata in onda tre mesi prima, gli spettatori medi dei primi due episodi erano un milione e trecentomila a una settimana dal debutto. E a forza di passaparola a ridosso degli ultimi due episodi gli spettatori medi dei primi due episodi erano diventati due milioni. Settecentomila persone recuperate col passaparola. Giustamente tutti i dati degli ascolti di Hanno ucciso l’Uomo Ragno sono stati rilanciati dai siti di cinema e TV. Mentre su M Il figlio del secolo non ci sono articoli in merito all’evoluzione degli ascolti nelle puntate successive. Insomma, visto che il mancato rinnovo di M – Il figlio del secolo, sta diventando un caso politico, sarebbe interessante conoscere il rapporto della serie con il pubblico e capire che percentuale ha avuto la pazienza di arrivare fino all’ultimo episodio. In assenza di questo dato, inutile parlare di censura.
Enrico Petrucci