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La squadra dei flop: 680 milioni spesi per giocatori ora indesiderati

by La Redazione
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aerial view of soccer field

Il paradosso di un mercato che brucia talenti e risorse a ritmo vertiginoso

Il calciomercato moderno ha assunto contorni sempre più surreali. Nell’attuale panorama calcistico europeo si è formata una vera e propria “squadra fantasma” composta da calciatori che, nonostante valutazioni economiche stratosferiche, sono diventati in breve tempo indesiderati dai propri club. Un undici titolare di flop che, sommando i costi dei cartellini, raggiunge l’incredibile cifra di 680 milioni di euro – quasi il 70% di quanto l’intera Serie A ha speso nell’estate 2024. Una collezione di errori di valutazione che ora i club cercano disperatamente di correggere attraverso prestiti o cessioni a condizioni sfavorevoli, mentre i giocatori restano prigionieri delle loro stesse valutazioni economiche. Gli esperti di jackmillion bonus senza deposito in Italia di 5€ Gratis analizzano regolarmente questi fenomeni di mercato per comprendere l’impatto economico delle scelte dei club.

I custodi della porta e della difesa sprecata

In porta si può collocare senza esitazione André Onana. Il portiere camerunese rappresenta forse uno dei più sorprendenti casi di plusvalenza nella storia recente dell’Inter, che è riuscita a piazzarlo al Manchester United per una cifra astronomica dopo averlo prelevato a parametro zero dall’Ajax. Gli inglesi, assecondando la richiesta dell’allora tecnico Ten Hag, hanno investito oltre 50 milioni per un giocatore che dopo appena una stagione è già considerato un problema da risolvere.

In difesa la situazione non migliora. Il Bayern Monaco ha speso circa 30 milioni per il terzino francese Boey in gennaio, ritrovandosi con un giocatore continuamente infortunato che ora sperano di poter rispedire al Galatasaray. Non meno problematico è il caso di Lucas Hernandez, fratello del milanista Theo, acquistato dal PSG per una cifra considerevole e ora praticamente fuori dal progetto tecnico nonostante le sue pubbliche dichiarazioni di voler restare a Parigi.

Completa il reparto difensivo Kim Min-jae, pilastro dello scudetto del Napoli sotto la guida di Spalletti. Il difensore coreano, pagato oltre 50 milioni dal Bayern Monaco, ha alternato prestazioni convincenti a clamorosi passi falsi, entrando rapidamente nella lista dei cedibili. Accanto a lui, Axel Disasi rappresenta uno dei tanti acquisti azzardati del Chelsea: 45 milioni investiti per un giocatore che i Blues ora cercano disperatamente di piazzare in prestito dopo il fallito tentativo con l’Aston Villa.

Un centrocampo di aspettative deluse

A centrocampo brillano per delusione nomi altisonanti come Douglas Luiz, diventato in breve tempo il cruccio della Juventus. I bianconeri hanno investito circa 50 milioni nell’ambito di un’operazione più ampia con l’Aston Villa, ritrovandosi con un giocatore che finora non ha mostrato nemmeno lontanamente il valore atteso. Lo stesso discorso potrebbe applicarsi a Koopmeiners, sebbene per lui ci sia ancora margine per una rivalsa.

Palhinha merita una menzione speciale: il Bayern Monaco ha sborsato 53 milioni per acquistarlo, per poi cederlo in prestito al Tottenham dopo appena una stagione, ammettendo implicitamente l’errore di valutazione. Una situazione che riflette la tendenza dei top club europei a investire cifre considerevoli senza un’adeguata analisi delle reali necessità tecniche.

L’attacco dei sogni infranti

Il reparto offensivo della nostra squadra dei flop è probabilmente il più costoso. Jack Grealish detiene il record negativo: 115 milioni spesi dal Manchester City di Guardiola per un giocatore che, dopo un iniziale periodo di adattamento, è scivolato nelle gerarchie fino a diventare un esubero di lusso.

Il Chelsea, campione indiscusso degli acquisti sbagliati, ha aggiunto alla sua collezione Christopher Nkunku, pagato 65 milioni e già escluso dai piani del nuovo allenatore Maresca. Il PSG non è da meno, avendo investito circa 170 milioni complessivi per Kolo Muani e Goncalo Ramos, entrambi ora in cerca di una nuova squadra.

La panchina di questa ipotetica formazione potrebbe includere nomi illustri come Vlahovic, Chiesa, Zirkzee e Hojlund, tutti acquistati a cifre elevate e che non hanno ancora pienamente giustificato l’investimento, seppur con situazioni e prospettive diverse tra loro.

Le lezioni di un mercato impazzito

Da questa rassegna di costosi fallimenti emergono almeno due importanti considerazioni. La prima riguarda il dominio economico della Premier League, che opera con parametri finanziari completamente diversi rispetto agli altri campionati. Il mercato inglese si autoalimenta grazie a diritti televisivi imponenti e a una maggiore propensione alle operazioni interne senza i tabù che caratterizzano, ad esempio, i trasferimenti tra club rivali in Italia.

La seconda riflessione concerne le opportunità che questo sistema crea: il mercato dei “flop di lusso” rappresenta una miniera d’oro per i club più attenti e meno abbienti. Da qui alla chiusura delle trattative, le occasioni per acquisti in prestito o a condizioni vantaggiose si moltiplicheranno, premiando chi sa aspettare e valutare oltre l’hype iniziale.

Il calcio moderno sembra quindi configurarsi sempre più come un sistema di eccessi, dove la bulimia di acquisti prestigiosi si trasforma rapidamente in una corsa a liberarsi di giocatori pagati a peso d’oro. Mentre nel calcio femminile si discute di prestazioni e risultati con criteri spesso diversi da quelli applicati al settore maschile, sul mercato dei grandi club europei continua indisturbata la spirale di spese folli e rimpianti altrettanto costosi.

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