Roma, 7 nov – Nel Manifesto del Partito Comunista nel 1848 Marx ed Engels coniarono il grido di lotta della classe operaia contro l’oppressione capitalista: Proletari di tutto il mondo unitevi! Con il passare del tempo tutto è peggiorato e divenuto più vile. Anche la lotta di classe, dai soviet è passata ai Mac Donald’s, dove i nuovi rivoluzionari si ritrovano ad organizzare l’assalto al Palazzo d’Inverno della società nutritiva: i fast food.
Combattere il capitale? No, invidiarlo
Dai romantici anarchici ottocenteschi con al collo il fiocco nero, ammirati dal giovane Carducci, ai terroristi delle Brigate Rosse, criminali che almeno rischiavano la pelle, ai parassiti dei Centri Sociali. La sinistra si è oggi ridotta ad adottare come ultimi epigoni di una rivoluzione che non ci sarà mai, i figli degli immigrati nordafricani che spacciano droghe nei parchi cittadini.
Oggi i nuovi rivoluzionari sono i maranza, proletari che non combattono i capitalisti, ma li invidiano e vogliono emularli e possibilmente prendere il loro posto e i loro beni. Il loro manifesto, “Maranza di tutto il mondo unitevi!”, non è scritto da Marx, ma da una militante antirazzista franco-algerina. Huoria Boutedja nel suo libro “Beaufs et barbares” auspica l’alleanza tra i bifolchi e i barbari, i sottoproletari bianchi rovinati dalla crisi economica e i maranza delle periferie urbane.
Poche idee e ben confuse
L’antirazzista di professione confonde i veri barbari, i cosiddetti “popoli giovani” che sul finire del mondo antico scesero dal Nord dell’Europa, con i magrebini che popolano le zone degradate delle città. Nel “De origine et situ Germanorum” lo storico romano Publio Cornelio Tacito esalta le virtù guerriere dei Germani, il loro coraggio e i severi costumi morali diversi da quelli decadenti di Roma.
I maranza magrebini nulla hanno anche spartire con quei popoli guerrieri che con il loro sangue dettero energia vitale e spirituale all’Impero di Roma nella sua decadenza. Da questa fusione etnica e culturale nacque la luce del Medioevo, dalla devianza dei maranza non può che originarsi caos e disordine sociale.
La sconclusionata teoria della militante antirazzista, che oltre ad essere digiuna di Storia antica, ha poche idee, ma ben confuse sulle motivazioni tutt’altro che rivoluzionarie dei suoi protetti. Questi ultimi non hanno nessuna intenzione di allearsi con coloro che la franco-algerina definisce con il solito snobismo radical chic bifolchi, perché i maranza disprezzano profondamente i bifolchi per la miseria e l’irrilevanza in cui sono caduti.
Maranza, nessuna velleità rivoluzionaria
I giovani nordafricani vogliono lasciare le squallide e grigie periferie per i quartieri alti, sono affamati di lusso e ricchezza facile, non cercano l’eguaglianza e la giustizia sociale, Si vestono con capi firmati, spesso contraffatti, coperti di gioielli falsi, non sono marxisti, ma piccolo borghesi invidiosi e affamati. Le prima vittime della loro violenza sono proprio i poveri che dividono con loro le periferie, a cui occupano le case e rubano gli averi insieme alla tranquillità.
I maranza non hanno nessuna velleità rivoluzionaria, esprimono solamente un disagio sociale che si nutre di rabbia, odio e invidia, soprattutto di senso di inferiorità nei confronti di chi possiede più di loro. Diversamente dagli integralisti islamici che seminano il terrore e muoiono per una causa religiosa, i maranza non hanno altro dio che il denaro, come i peggiori consumisti occidentali.
Al contrario dei frequentatori dei centri sociali coccolati e protetti dalle autorità, i maranza temono le Forze dell’Ordine, che vedono come nemici razziali. Consociati in bande di quartiere, retaggio di antichi valori tribali, sono fratellanze di scontenti violenti e predatori di beni di consumo.
La disgregrazione di valori e tradizioni
Nel profondo del loro inconscio vivono ancora i potenti archetipi di una stirpe guerriera, di pirati e predoni che vengono dal deserto, nemici giurati degli europei. La loro volontà di conquista è molto più pericolosa dalla comoda ribellione dei rivoluzionari con il permesso del Sistema, ecologisti e progressisti.
I maranza delle periferie aizzati dalla Sinistra le si rivolgeranno contro quando non avranno più bisogno di protezione e saranno il braccio armato dei nuovi partiti politici musulmani. Il disegno delle forze mondialiste che spingono l’immigrazione selvaggia come arma contro i popoli europei è la realizzazione del meticciato, disgregatore di valori e tradizioni.
I popoli senza storia e ideali sono facile preda del consumismo, i clienti lobotomizzati degli spacciatori di droghe e delle multinazionali del farmaco. La riscoperta della spiritualità originaria, della cultura e del folklore dei discendenti degli Iperborei è l’estrema difesa dell’Europa, la nostra fortezza, ultimo faro della Civiltà.
Roberto Giacomelli