Home » Robert De Niro e l’Oscar del luogo comune

Robert De Niro e l’Oscar del luogo comune

by Marco Battistini
0 commento

Roma, 14 mag – Robert De Niro è (stato) un ottimo attore. E su questo, non ci piove. Candidato nove volte al Premio Oscar, ha ricevuto l’ambito riconoscimento in due occasioni. Miglior attore non protagonista nel 1975, un giovane Vito Corleone ne Il Padrino – Parte II, interprete principe sei anni più tardi in Toro Scatenato, il film in cui l’ottuagenario cresciuto a Little Italy vestì i panni del pugile Jake LaMotta. Così alla cerimonia d’apertura del Festival di Cannes, evento arrivato all’edizione numero settantotto, ha ricevuto dalle mani di Leonardo DiCaprio la Palma d’oro alla carriera. L’italo-americano più giovane ha definito il newyorchese «un esempio, un modello. Non era solo un altro grande attore. Era l’attore».

La specialità dialettica della sinistra al caviale

Riconoscimenti lavorativi e applausi della platea più che meritati, non c’è che dire. Ma, un po’ l’età che avanza, un po’ la probabilissima voglia di superare a sinistra Elio Germano, ecco che il nostro Bobby Milk, fatti i ringraziamenti di circostanza, si è buttato sulla specialità dialettica del progressismo al caviale. L’attacco frontale ai “fascisti di questo mondo” – qualunque cosa voglia dire. 

Il primo bersaglio di Robert De Niro? Donald Trump, ovviamente. Il quale, va detto, potrà essere tante cose, ma mai fascista nel senso reale e storico del termine. Oscar del luogo comune, va alla carica: «Il presidente filisteo americano si è fatto nominare capo di una delle nostre principali istituzioni culturali. Ha tagliato i finanziamenti e il sostegno alle arti, alle discipline umanistiche e all’istruzione».

Robert De Niro e Donald Trump

Sbadigli. Perché semmai, il problema è tutto yankee. E Robert De Niro sta parlando in Francia. Ha comunque il piacere di farci sapere che proprio negli Usa si sta «lottando con le unghie e con i denti per difendere la democrazia, qualcosa che un tempo davamo per scontato». Un disco rotto. L’esito delle elezioni come un fallo da rigore, ci sembra di sentire il più ottuso dei tifosi al Bar dello Sport: è sempre massima punizione se succede nell’area avversaria, quando al contrario si dovrebbe lasciar correre nei propri sedici metri.

Per chi non lo sapesse poi, secondo il De Niro pensiero, l’arte sarebbe stata catapultata sul pianeta Terra intorno al 1945, «perché le arti sono, per loro natura, democratiche. L’arte è inclusiva; unisce le persone. L’arte è una ricerca di libertà. Accoglie la diversità. Ecco perché l’arte è una minaccia oggi. Ecco perché noi siamo una minaccia per gli autocrati e i fascisti di questo mondo». Indi per cui forme creative ed espressioni estetiche non avrebbero contribuito – fin dal principio – alla storia dell’uomo, dato forma al corso degli eventi e attraversato ogni sistema politico possibile ed immaginabile (talebani ed estremisti del woke esclusi).

L’arte è antifascista? Ma quando mai…

Nel nostro piccolo, essendo di larghe vedute, ci abbiamo provato a cercare sul Manuale del Fascismo la pagina con le indicazioni utili per tagliare l’arte varia ed eventuale. Niente, nada, nisba. Abbiamo però ritrovato le parole di un certo Benito Mussolini – nome e cognome dovrebbero dirci qualcosa. Dal discorso del 26 marzo 1923 all’inaugurazione di una mostra in quel di Milano: «L’arte è una manifestazione essenziale dello spirito umano. Comincia con la storia dell’umanità e seguirà l’umanità fino agli ultimi giorni. Ed in un paese come l’Italia sarebbe deficiente un Governo che si disinteressasse dell’arte e degli artisti». 

Allontanando poi dal Fascismo «l’idea di incoraggiare qualche cosa che possa assomigliare all’arte di Stato», il figlio del secolo mette i puntini sulle i. «L’arte rientra nella sfera dell’individuo. Lo Stato ha un solo dovere: quello di non sabotarla, di dar condizioni umane agli artisti, di incoraggiarli dal punto di vista artistico e nazionale”. Gioco, partita, incontro: ritenta Robert, sarai più fortunato.

Marco Battistini

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati