
Nel frattempo l’Unione Europea ha offerto un milione di euro (1,1 milioni di dollari) in aiuti di emergenza, dopo che le autorità ecuadoriane e le Nazioni Unite avevano chiesto all’Ue consulenza e assistenza sotto forma, tra le altre cose, di luci notturne e squadre di soccorso. “L’Ue è pienamente impegnata a sostenere gli sforzi di soccorso internazionale per assistere le migliaia colpite dal terremoto in Ecuador e stiamo già gestendo l’assistenza di emergenza attraverso il meccanismo di protezione civile europea”, ha detto in un comunicato il commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides. L’assistenza sarà fornita attraverso i partner dell’Unione e per facilitare la valutazione dei danni nelle zone intorno all’epicentro e oltre saranno fornite all’Ecuador immagini satellitari avanzate.
Un barlume di speranza lo accende la storia della bambina estratta viva dalle macerie dopo 20 ore. La piccola – che era bloccata tra le macerie di un edificio al fianco della sede del comune di Pedernales, la cittadina devastata dalla forte scossa di sabato scorso – è stata trasportata nell’ospedale allestito provvisoriamente nello stadio locale. Il terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito il Paese sabato alle 18.58, ora locale. L’epicentro era situato in una zona balneare settentrionale, tra le località di Cojimies e Pedernales, a circa 170 chilometri a nord-ovest della capitale Quito. Il presidente ecuadoriano Rafael Correa ha descritto il sisma come la peggiore catastrofe degli ultimi 67 anni, superata solo dal terremoto di Ambato, il 5 agosto del 1949, nel quale morirono più di 5 mila persone.