
La nazionalizzazione delle società energetiche non è il solo passo fatto dal governo di Orban verso l’accentramento dell’autorità dello Stato. Nel corso del suo secondo mandato, il leader magiaro ha operato la riforma della Banca Centrale Ungherese, riportata saldamente nelle mani dell’esecutivo, ed ha portato a termine un vigoroso piano di rientro del debito estero, annullando quasi completamente il debito contratto con il FMI. Per la fine dell’anno il governo ha annunciato che il debito estero sarà completamente sanato, contestualmente alla chiusura sul territorio ungherese di tutti gli uffici del Fondo Monterario Internazionale. Un progetto ambizioso e allo stesso tempo un forte segnale verso le istituzioni finanziarie internazionale. Che sembra appoggiato dai cittadini ungheresi, se è vero che ad oggi i sondaggi confermano il partito di Viktor Orban al 40% dei consensi, in ascesa. Nel frattempo il partito ha indetto una manifestazione a Budapest per il 23 Ottobre. Una prova di forza in vista della campagna elettorale alle porte.
Francesco Benedetti