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Cesena, rissa in corte Dandini: e se avesse ragione CasaPound?

by La Redazione
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Roma, 3 set – A sentire (e leggere) i soliti noti il verdetto è già stato espresso. Definitivo, inappellabile, indiscutibile. ”Squadrismo” secondo il solito Paolo Berizzi, “aggressione a danno dei giovani, interrotta dall’intervento di polizia e carabinieri” per L’Espresso. Sì, stiamo parlando della rissa avvenuta nella tarda serata di venerdì a Cesena, in pieno centro, davanti al circolo La Diavolessa, sede – tra le altre associazioni presenti – anche della locale sezione di CasaPound Italia.

Una narrativa frettolosa e sensazionalistica

Ce lo immaginiamo, a una certa fazione politica non dev’essere sembrato vero. Dalla cronaca nazionale a quella locale, titolavano prontamente sabato scorso nella versione on-line i tipi del Corriere Romagna: “Insulti razzisti a tre amici a passeggio e aggressione in centro”. E ancora “una notte di violenza”. Per poi ricostruire – a modo loro – il caso. 

Una versione frettolosa e sensazionalistica, quella di tre ragazzi a passeggio in centro città, presi di mira per il colore della pelle che non rispondono alla provocazione. Così “in pochi istanti, dalla sede del movimento sarebbe uscita in strada una quindicina di uomini: è scoppiata così una rissa con spintoni, calci, pugni e lanci di bottiglie di vetro”. Un’aggressione – sempre a detta del suddetto giornale – fermata solo dall’arrivo delle forze dell’ordine. Quindici contro tre, praticamente senza feriti (se non qualche leggera escoriazione, un pugno di referti da una manciata di giorni). Un po’ strano, effettivamente.

Cesena, Il Resto del Carlino sgonfia il caso

Tralasciando il prevedibilissimo teatrino della politica cesenate – tra i pochi commenti lucidi quello di Marco Casali, consigliere comunale per Fratelli d’Italia  (“prima di attribuire un’etichetta e una matrice a un episodio, occorre affidarsi a verifiche serie e complete”) – con il passare delle ore però la narrativa colpevolizzante si è fatta più cauta. Chissà, magari il timore di venire smentiti dalle indagini in corso ha portato a più miti consigli.

Così, arriva lo scoop – visti i termini utilizzati in questi giorni è proprio il caso di dirlo – con il quale Il Resto del Carlino è uscito in mattinata. Scrive l’antico giornale, simbolo della vicina Bologna: “Abbiamo visionato le immagini della videosorveglianza. Dai frame emergono i contorni di un’aspra contrapposizione tra il gruppo di ragazzi e un frequentatore del locale dell’area di CasaPound”. D’altronde già domenica le stesse tartarughe frecciate – attraverso un comunicato stampa – aveva chiarito la propria posizione, totalmente estranea a fatti strumentalizzati per fini politici.

Sfuma la tesi di aggressione

Dalla sequenza video emergerebbe quindi un quadro totalmente differente rispetto alle prime “incontrovertibili verità” date in pasto al pubblico. Sfuma l’ipotesi di aggressione, il tutto si derubricherebbe a “lite tra le parti che finisce a botte”. Una dinamica che – va detto – può presentarsi in un qualsiasi locale frequentato da ragazzi. Magari un po’ alticci. Spiega il Carlino: “All’arrivo dei tre giovani si parte con gesti e frasi di scherno reciproci che poi sfociano nella lite, con altri avventori del locale [i gestori della Diavolessa e i militanti di CasaPound, ndr] che provano a sedare”. L’ingiuria a sfondo razziale, infine, sarebbe stata proferita nei concitati momenti della colluttazione, non prima. 

Doverosa cronaca di un litigio privato che qualcuno sta tentando di trasformare in arma politica. Parlando della sezione identitaria, il sindaco Enzo Lattuca ha recentemente detto che “la città non sentirebbe la mancanza del circolo”. Il dubbio, al contrario, è che anni di radicata attività cittadina, impeccabile e sempre alla luce del sole, stia andando di traverso a qualcuno…

Cesare Ordelaffi

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