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Genova riparte dalla casa: un nuovo paradigma abitativo

by La Redazione
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Genova

Roma, 12 giu – Genova cambia paradigma. Con la firma e il deposito del nuovo Accordo Territoriale per i contratti di locazione abitativa a canone concordato, si chiude un percorso faticoso e necessario, che ha richiesto capacità tecnica, visione politica e soprattutto una determinazione condivisa nel trovare risposte concrete alla crisi abitativa.

Genova risponde alla crisi abitativa

Non si tratta di un aggiornamento formale, ma un salto di qualità, una vera operazione di riequilibrio del mercato, pensata per restituire centralità alla locazione residenziale in una città che ne ha urgente bisogno. La vera svolta riguarda l’uso degli immobili. Per la prima volta in Italia, un Accordo Territoriale prevede al fine di favorire il rientro, sul mercato degli immobili in locazione, di appartamenti utilizzati quali strutture extralberghiere. Questo permetterà di aumentare nel Comune di Genova le possibilità di locazione per i cittadini residenti, limitando il proliferare indiscriminato delle predette strutture, a fronte di questo è consentito un aumento di valore locativo un aumento di valore locativo per chi riconverte un appartamento precedentemente destinato a struttura extralberghiera verso l’uso abitativo ordinario. È una misura diretta e coraggiosa, che colpisce un nodo centrale: l’impoverimento dell’offerta abitativa per i residenti, a causa della massiccia diffusione degli affitti brevi. Finalmente ci sono le condizioni per il recupero non solo del Centro Storico, ad un utilizzo abitativo atto a ricreare un tessuto sociale autoctono, che ne rispetti storia, identità e peculiarità.

Un accordo frutto di un percorso faticoso

L’accordo è stato firmato da CONFABITARE Genova, rappresentata dal presidente Gian Maria Bini, da UNSICASA Genova con Roberto Venzoni, da ASSOCASA, nella persona del Commissario Provinciale Angelo Di Fede. Si tratta di un documento costruito punto per punto sulla realtà di Genova: tiene conto delle trasformazioni urbanistiche, delle condizioni mutate del mercato immobiliare, dell’evoluzione sociale della domanda abitativa e degli effetti della normativa sull’efficientamento energetico. È un testo che nasce da una mediazione tra interessi differenti, ma con un obiettivo comune: rendere il mercato più equo, più trasparente, più aderente alle esigenze reali di chi offre e di chi cerca casa. Uno dei principali elementi di innovazione riguarda il superamento dei parametri catastali come unico riferimento per il calcolo del canone. D’ora in avanti si utilizzeranno i metri utili indicati nell’Attestato di Prestazione Energetica, con adeguamenti in base alle caratteristiche strutturali e qualitative dell’immobile.

Premiare il lungo termine

“Anche le valorizzazioni aggiuntive, come quelle legate al pregio o a specifici utilizzi, non saranno più lasciate alla libera interpretazione – dichiara Gaetano Vassallo, Presidente nazionale di ASSOCASA – potranno essere applicate solo in presenza di una attestazione congiunta, che vincola proprietario e inquilino a una valutazione chiara e condivisa”. “Ora – afferma Alberto Zanni, Presidente nazionale di Confabitare – chi sceglie di riportare un alloggio nel circuito della locazione a lungo termine viene premiato, ma con rigore e responsabilità, grazie a un meccanismo di attestazione congiunta che certifica la riconversione e protegge entrambe le parti del contratto”. L’accordo contempla inoltre situazioni complesse e sempre più diffuse, come la locazione di porzioni di immobile o i contratti transitori per studenti ed è un documento vivo, aperto che prevede la possibilità di adesione da parte di altre organizzazioni rappresentative, a livello locale e nazionale, in grado di contribuire all’evoluzione del mercato con lo stesso spirito costruttivo. “L’accordo di Genova è senza dubbio una svolta innovativa – aggiunge Alberto Zanni – finalmente si affronta con serietà l’impatto delle strutture extralberghiere, e si corregge una distorsione storica: quella dei metri catastali, sostituiti da un criterio più veritiero e scientifico, lo considero un passo avanti nella trasparenza e nella modernizzazione del sistema”. Questo accordo evidenzia la capacità di costruire fiducia tra le parti, sostenere chi ha bisogno di casa, responsabilizzare chi ne dispone. Con regole nuove, condivise e funzionali, oggi si riapre lo spazio per una locazione abitativa forte e credibile. “Siamo davanti ad un cambio di paradigma necessario – aggiunge Gaetano Vassallo, Presidente nazionale di ASSOCASA – rendere la casa accessibile e riportarla al centro della funzione sociale è oggi un’urgenza. Questo accordo mostra che si può fare, se c’è volontà di ascolto e competenza tecnica”.

Tornare al diritto alla proprietà

Questo accordo, certamente positivo, non nasconde tuttavia l’attuale situazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica, in uno stato di totale abbandono, che necessità di recuperare finanziamenti, ma ancor più di un nuovo e reale indirizzo strategico. Altrettanto importante è ricreare le condizioni di un ormai lontano passato, in cui una serie di soluzioni finanziarie, rese disponibili da precise volontà politiche, avevano posto la proprietà della casa di abitazione quale “diritto” fondamentale, richiesta che viene ribadita dalle proposte normative in merito al “mutuo sociale”.

Ettore Rivabella

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