Roma, 8 set – La scoperta di siti internet che pubblicano immagini pornografiche di persone non consenzienti ha scatenato una grande ondata di indignazione. Sentimento che sarebbe ampiamente giustificato se non si sapesse che queste immagini rubate sono visibili da anni e i fruitori di questi squallidi servizi sono centinaia di migliaia e nessuno ha mai protestato. Ma questa volta sono state coinvolte personalità politiche, dello spettacolo e altre celebrità, scoperchiando il vaso di Pandora della riprovazione e della rabbia contro il sessismo, il maschilismo tossico e come sempre il demoniaco patriarcato senza patriarchi. Il solito moralismo a corrente alternata, insomma. Il solito can-can progressista, seguito da tutti gli indignati in servizio permanente effettivo.
L’ipocrisia dell’indignazione a comando
Come sempre dietro le condotte criminose dei responsabili ci sono interessi economici immensi, incredibilmente mai scoperti e sanzionati. Nessuna protesta femminista per OnlyFans, o per la pornografia diffuse dalle reti sociali, i cosiddetti social network, dove la mercificazione di immagini di fanciulle discinte è accettata e considerata normale.
Lo scandalo è solo per i disturbati che pubblicano in rete le immagini delle proprie compagne, unici siti definiti sessisti, ovvero discriminatori, mentre gli altri che fanno un triste mercimonio di corpi esposti sono accettabili. L’ipocrisia dell’indignazione a comando è evidente, se la pornografia è fonte di guadagno per chi si vende anche solo virtualmente non provoca sdegno, ma è una normale attività professionale.
Effetti collaterali della società dell’immagine, come scrisse nel lontano 1967 il filosofo marxista Guy Debord, dove lo spettacolo è il reale, analisi puntuale che denuncia la produzione contemporanea come accumulo di continue rappresentazioni. Nella fase terminale del capitalismo lo spettacolo è divenuto rapporto sociale mediato dalle immagini.
Una società narcisista e il moralismo a corrente alternata
La spettacolarizzazione della realtà è l’intima espressione della società narcisista, dove l’apparire ha sostituito l’essere. Anche il tempo libero diviene spettacolo da esibire, dimostrando che l’uomo contemporaneo è sempre schiavo del produrre per vendere e vendere per tornare a produrre, secondo il perverso spirito capitalista. Vacanze, viaggi, figli, malattie e disgrazie vengono esibite con orgoglio e soddisfazione, come i momenti più intimi della vita, dimostrando che il Potere non ammette la vera libertà, ma concede solo brevi periodi di assenza.
In breve una società di guardoni ed esibizionisti, che non provoca l’indignazione dei sinceri democratici. Il capitalismo della sorveglianza grazie all’esibizionismo narcisista dei suoi sudditi controlla tutti nell’oblio generale e nel disinteresse dei più. L’analisi di Debord è realistica, ma i rimedi proposti dalle teorie marxiste, materialiste ed esclusivamente economiche, si sono rivelate sempre fallimentari. La mancanza di spiritualità, di spinte eroiche, della fedeltà al sangue ed al suolo che hanno fatto la civiltà, ha ridotto il mondo ad un immenso supermercato privato o statale.
Pornografia e sessualità reale
Nella concezione liberista e nella sua derivazione marxista tutto è basato sui rapporti di produzione, sulla funzione economica, così anche la pornografia ha sostituito la sessualità reale. Sintomo di decadenza e debolezza psichica, l’immagine al posto dell’Eros pulsione di vita, sintomo della paura scatenata dalle donne nei maschi deboli.
L’energia sessuale, la kundalini delle filosofie spirituali induista e buddista, forza cosmica generatrice, è ormai dispersa in pratiche patologiche, effetto della perdita della sacralità del corpo ridotto ad oggetto di consumo. La vendita del corpo, o solo della sua immagine non provoca scandalo, essendo la commercializzazione il fine che giustifica ogni bassezza. La pornografia sostituisce fantasie irreali alla fisicità distruggendo la libido, rendendo i giovani impotenti, come testimonia la diminuzione di testosterone e l’infertilità degli europei.
Il voyeurismo è una parafilia, disturbo della sfera sessuale di natura compulsiva, che costringe a cercare l’eccitazione guardando pornografia o spiando l’intimità di persone inconsapevoli. Quando questa spinta è ineludibile e provoca disagio psichico, diviene vera e propria psicopatologia, che distrugge la vita di chi ne è affetto.
Società nutritiva, impotenza affettiva
L’effetto dell’isolamento, dell’individualismo esasperato della società del profitto, genera l’incapacità di relazione, di affettività, lo scambio dell’oggetto della libido con una rassicurante fotografia pornografica. La società nutritiva, del cibo e del consumo di oggetti, funzionale al controllo sociale, provoca l’impotenza affettiva.
L’ipocrisia della cultura dominante attribuisce queste perversioni alla società patriarcale, per altro scomparsa da tempo, al maschilismo tossico, violento e prevaricatore. In realtà questo è il frutto del narcisismo e della debolezza di maschi spaventati e deboli, esibizionisti e guardoni, non maschi prevaricatori, ma fragili incapaci di una sana sessualità. Il cosiddetto sessismo è discriminazione di un sesso da parte di quello dominante, ma al nostro tempo il maschio bianco ritenuto colpevole di ogni male, non discrimina le donne e men che meno ha la forza di dominarle, perché le teme profondamente. Nessuna dominanza, solo abuso dovuto alla paura.
Roberto Giacomelli