Home » Come il “Decreto Dignità” del 2018 ha cambiato per sempre la pubblicità del gioco d’azzardo

Come il “Decreto Dignità” del 2018 ha cambiato per sempre la pubblicità del gioco d’azzardo

by La Redazione
0 commento
people playing poker

Nel luglio 2018, sotto quello che era allora il primo governo Conte, viene approvato il Decreto Dignità, un provvedimento normativo (D.L. n. 87/2018, poi convertito in legge n. 96/2018) a stampo economico, ma che tra i vari sbocchi ha coinvolto anche il gioco d’azzardo. 

Tra i vari ambiti toccati infatti, quindi contratti di lavoro a termine, incentivi alle imprese e fisco, vennero prese importanti misure contenitive sul gioco online e sulla sua libertà di essere sponsorizzato sui vari canali d’informazione.

Prima del divieto infatti, realtà come Starcasinò e altri operatori erano solite comparire in spot televisivi e partnership sportive, contribuendo a diffondere un’immagine sempre più normalizzata del settore.

Dal Decreto Dignità alla nuova era: come è cambiata la pubblicità del gioco

Con questo nuovo decreto si va innanzitutto a colpire la promozione dello stesso gioco. 

Con l’articolo 9 infatti, si da il via libera al divieto di qualsiasi forma di pubblicità e sponsorizzazione, diretta e indiretta su qualsiasi mezzo, quindi televisione, radio, stampa ed affissioni. 

L’obiettivo è di fatti quello di annullare, o meglio invertire, un processo di normalizzazione del gioco d’azzardo che da anni dilaga nel paese, il quale subirà un brusco stop soprattutto grazie anche a salate sanzioni, che arriveranno fino al 20% del rapporto di sponsorizzazione tra le due parti. 

Il risultato è perciò una realtà che continua e continuerà ad esistere, ma che vive e persiste dietro le quinte, manifestandosi attraverso siti secondari d’informazione o strategie di influencer marketing, mantenendo comunque visibile l’immagine del brand pur in assenza di pubblicità ufficiale.

Sponsorizzazioni, club, tifosi: effetti reali del divieto

Quali sono quindi gli effetti reali di questo nuovo decreto, e soprattutto, come quest’ultimo condiziona l’esperienza di tutti noi giocatori italiani?

Questo mercato non si è mai fermato davanti ad una restrizione, anzi. Gli operatori hanno trovato modi, più o meno legali, per aggirarlo.

Molte sono state le aziende di betting per esempio, a lamentare una forte riduzione della possibilità di promuoversi, a scapito di un rischio sempre più elevato di favorire attività di gioco meno regolarizzato, se non addirittura illegali. 

In ambito monetario invece, la Serie A stessa e le sue “franchigie” hanno perso storici sponsor che per anni hanno costituito parte importante dei ricavi societari: Inter con bwin, Roma con Betway, Genoa con IZIPlay e Lazio con Marathonbet, quest’ultima partnership interrotta il 31 dicembre 2018, proprio a causa del Decreto Legge. 

La comunicazione di questi infine, si è spostata, senza sparire del tutto, su canali indiretti: influencer marketing, partnership “ombra” e sponsorizzazioni in paesi esteri visibili anche in italia.

Moltissime aziende infatti, hanno dirottato il loro impegno pubblicitario verso siti secondari come daznbet.fun, con lo stesso nome del brand, ma che riportano solamente statistiche, giochi senza premi in denaro ed analisi sportive, con lo scopo di mantenere viva l’immagine del brand nella mente dei consumatori. 

Tutela dei Consumatori: i Benefici del Decreto Dignità

Tra gioco illegale ed una comunicazione “implicita”, più meschina, non bisogna scordarsi tutti i buoni propositi con i quali l’ex Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio aveva ampiamente sponsorizzato il decreto. 

Se quest’ultimo potrebbe indirettamente favorire la nascita di attività illegali e meno controllate, i propositi ed i benefici sui quali esso si basa sono molteplici:

  1. Avvertenze e Indicazioni sui rischi su apparecchiature da gioco e nei tagliandi di gioco.
  2. Tessere sanitaria per il gioco fisico (slot machine e sale da gioco).
  3. Protezione dei minori e delle categorie vulnerabili tramite il divieto di pubblicità e sponsorizzazione.
  4. Valorizzazione delle scelte etiche dei locali tramite l’introduzione dei logo “No Slot” per gli esercizi che rinunciano alle macchinette.

Italia vs Europa: cosa funziona e cosa può cambiare

Rispetto al resto dell’Europa, l’Italia ha introdotto una misura che per rigidità non ha equivalenti nel resto del continente, ma che trova giustificazione nell’oltre 3% di italiani adulti, considerati a rischio sviluppo dipendenze da gioco. 

Il divieto ha contribuito a ridurre l’esposizione dei minori, limitandone la normalizzazione soprattutto nello sport, con un 70% dei club di Serie A con all’attivo partnership con bookmaker.

Se da una parte però, la determinazione delle autorità potrà avere un impatto più significativo, la poca flessibilità dovrà essere bilanciata da maggior controllo delle piattaforme, smantellando una crescente ragnatela di siti di promozione secondari. 

Sarà in futuro necessario infine un processo di grande armonizzazione con le leggi europee e di tutti gli stati membri, mobilitando maggior coordinazione tra i vari governi di tutta l’Unione.

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati