Home » La partita più importante: come lo sport può rivoluzionare la terza età

La partita più importante: come lo sport può rivoluzionare la terza età

by Redazione
0 commento

L’immagine dell’anziano seduto in poltrona, con lo sguardo fisso nel vuoto, appartiene sempre più a un cliché superato. Oggi, la terza età è sinonimo di una nuova fase della vita, ricca di possibilità. Eppure, la società tende ancora a relegare gli anziani in un angolo, ignorando il loro immenso potenziale. Un problema sociale che merita una riflessione, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove la popolazione invecchia rapidamente.

In questo contesto, lo sport non è solo un passatempo, ma una vera e propria arma segreta per combattere l’isolamento, la sedentarietà e la perdita di autonomia, mali silenziosi che affliggono migliaia di persone. L’attività fisica regolare si rivela un catalizzatore per il benessere psicofisico e un ponte verso una vita sociale più ricca.

A testimoniare l’importanza di questo binomio è anche chi lavora ogni giorno al fianco degli anziani. Per i professionisti di AES Domicilio Monza, azienda specializzata nella selezione di badanti e assistenti domiciliari, la correlazione è diretta. Il CEO di AES Domicilio Monza afferma: “La nostra esperienza quotidiana è chiara: l’anziano che si mantiene attivo ha una qualità della vita e una lucidità mentale nettamente superiori. Lo sport, anche leggero, è il primo strumento per promuovere l’autonomia e l’integrazione sociale”. Questa prospettiva, basata su migliaia di assistenze, è essenziale per comprendere come supportare al meglio la terza età.

Oltre il tabù della fragilità: la prospettiva dell’assistenza

La narrazione comune spesso associa l’invecchiamento alla fragilità e al declino. Questa visione limitante scoraggia gli anziani dall’intraprendere nuove attività, inclusa quella sportiva. Dobbiamo sfidare questo tabù. Non stiamo parlando di prepararsi per una maratona, ma di integrare il movimento nella vita quotidiana.

Le ricerche scientifiche sono inequivocabili: l’esercizio fisico, anche moderato, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e osteoporosi. Inoltre, ha un impatto diretto e profondo sulla salute mentale, fungendo da potente antidepressivo naturale. Attività come il nuoto, la ginnastica dolce, lo yoga o persino una camminata veloce quotidiana migliorano l’umore, la qualità del sonno e le funzioni cognitive.

A tal proposito, Laura Ferretti, referente per AES Domicilio Monza, sottolinea: “La nostra esperienza sul campo conferma che l’anziano che si muove è un anziano più felice. Non è solo un fatto di muscoli, ma di testa. Molti dei nostri assistiti hanno ritrovato entusiasmo e una routine sana grazie a semplici attività come recarsi al parco per una passeggiata o partecipare a un corso di ballo per la terza età. Il ruolo dell’assistente, in questi casi, è fondamentale: non è solo cura, ma incoraggiamento e garanzia di sicurezza nello svolgere queste attività”.

Sport come medicina sociale

L’aspetto più rivoluzionario è quello sociale. Le attività sportive di gruppo – dalla bocciofila ai corsi di ballo, dal fit walking organizzato alle escursioni leggere – sono potenti antidoti contro la solitudine. La palestra o il campo da gioco si trasformano in veri e veri centri di aggregazione, dove nascono nuove amicizie e si rafforza il senso di appartenenza.

Questo è particolarmente importante per gli anziani che hanno perso il partner o hanno figli che vivono lontano. Lo sport offre un’identità, uno scopo e un calendario di impegni che riempie il vuoto lasciato dalla fine della vita lavorativa. È un’opportunità per sentirsi ancora parte attiva e vitale della comunità.

L’importanza di un supporto personalizzato

Naturalmente, per molti anziani, l’accesso all’attività fisica non è scontato. Limitazioni motorie, problemi di salute preesistenti o la semplice mancanza di sicurezza nel muoversi da soli possono rappresentare ostacoli insormontabili. È qui che entra in gioco l’importanza di una rete di supporto efficace.

Come ribadito dalla Ferretti: “Avere un supporto personalizzato significa garantire all’anziano non solo le cure essenziali, ma anche un sostegno proattivo. Non si tratta solo di assistenza, ma di promozione dell’autonomia e del benessere attivo, aiutandoli a integrare il movimento nella loro vita quotidiana in modo sicuro.”

Investire nello sport per la terza età non è solo un investimento sulla salute individuale, ma sul benessere dell’intera collettività. Mantenendo gli anziani attivi, autonomi e integrati socialmente, si riducono i costi sanitari e si arricchisce il tessuto sociale con la loro esperienza e vitalità.

In conclusione, la vera vittoria non è sul campo, ma nella vita di tutti i giorni. Dobbiamo promuovere una cultura che veda nell’attività fisica un diritto e un dovere, sostenuta da politiche sociali che facilitino l’accesso e da servizi che garantiscano la sicurezza e l’assistenza necessarie. Lo sport è la chiave per trasformare la terza età nella fase d’oro che merita di essere.

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati