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Quasi una donna su tre è stata uccisa da stranieri nel silenzio delle transfemministe e della sinistra

by Francesca Totolo
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Roma, 22 ott – Non è solo una situazione allarmante ma ormai emergenziale. Dall’inizio del 2025 all’8 ottobre, su 73 omicidi di donne con autore noto, 22 sono stati perpetrati da stranieri, ben il 30 per cento. Gli stranieri però rappresentano il 9 per cento della popolazione residente in Italia. Ciò significa che gli stranieri hanno una propensione al reato di omicidio di donna 5 volte superiore rispetto a quella degli italiani. Come ho già documentato nel libro “Le vite delle donne contano”, questa mattanza avviene nel silenzio complice delle transfemministe e della sinistra. Entrambe sono troppo impegnate a mostrificare il maschio bianco italiano ed etero. È ormai palese che esistano donne vittime di serie A e vittime di serie B, quelle ammazzate da stranieri.

Sepolte per la seconda volta dall’ipocrisia progressista

Fabiana Piccioni, Nora Jlassi, Jhoanna Natali Quintanilla, Ruslana Chornenka, Ilaria Sula, Tania Bellinetti, Immacolata D’Anna, Samia Bent Rejab Kedim, Amina Sailohui, Gentiana Kopili, Teodora Kamenova, Maria Denisa Adas Paun, Sueli Leal Barbosa, Andromeda Ford, Anastasia Trofimova, Geraldine Yadana Sanchez, Emilia Nobili, Kaur Jaan, Fatimi Hayat, Evelin Karol Moori Chamorro, Veronica Abaza e Nadia Khaidar: sono loro le vittime di omicidi perpetrati da stranieri in Italia nel 2025. Molti di questi omicidi hanno trovato posto solo sulle cronache locali perché non tutte le vite contano per i media.

D’altronde, se l’assassino è un immigrato, l’ideologia dem va in cortocircuito perché ciò entra in conflitto con l’apologia dei porti aperti e della società multiculturale. L’unico colpevole deve essere il maschio italiano da riprogrammare con l’educazione sessuale affettiva già dai primi anni di scuola. Da colpevolizzare come autore di ogni male nei talk televisivi, sulle prime pagine dei giornali nazionali e in apertura dei telegiornali, da demonizzare come “figlio sano del patriarcato”. Nulla da obiettare invece per le culture straniere importate in Italia chiaramente sessiste e maschiliste. Come diceva qualcuno, è il loro “stile di vita”.

L’ultima vittima in ordine di tempo è stata Nadia Khaidar. Dopo tre mesi di agonia, la 50enne marocchina è morta. Il 27 luglio scorso, a Bologna, la donna era stata massacrata con pugni, calci e diverse coltellate dall’ex compagno connazionale Redouane Ennakhali, il quale non accettava la fine della loro relazione. In seguito alla morte di Nadia Khaidar, Katia Graziosi, presidente dell’Udi (Unione donne in Italia), ha sentenziato: “Occorre lavorare sugli aspetti culturali, facendo entrare il tema dell’educazione sessuale nelle scuole, perché i nostri giovani non vanno lasciati allo sbaraglio”.

Non si comprende bene cosa c’entri un omicidio perpetrato da un 44enne marocchino, già gravato da svariati precedenti, con l’educazione sessuale nelle scuole. Alla Graziosi, fa eco il Partito Democratico di Bologna: “Crediamo sia certamente necessario partire dall’educazione sessuale e affettiva in tutte le scuole di ordine e grado, con il compito di supportare nell’educazione delle giovani generazioni le famiglie e le reti familiari”.

L’Italia è tra i Paesi europei con la minore incidenza di omicidi di donna

È peraltro necessario ricordare che l’Italia è tra i Paesi europei con il minore tasso di omicidi di donne, lo 0,39 per cento. Come riporta l’Eurostat, gli Stati dove l’educazione sessuale e affettiva è materia obbligatoria da decenni anche nelle scuole elementari, come la Svezia, la Francia, la Germania e la Danimarca, hanno un’incidenza decisamente più elevata dell’Italia, rispettivamente dello 0,63 per cento, dello 0,74 per cento, dello 0,89 per cento e dello 0,57 per cento.

I porti chiusi salvano le vite delle donne

Pamela Mastropietro, Desirée Mariottini, Iris Setti, Franca Marasco, Sharon Verzeni, Rossella Nappini, Antonia D’Amico, Ashley Olsen, Hui Zhou, Stefania Maria Rosa Dusi, Alice Neri e altre decine di donne non sarebbero state ammazzate se i porti italiani fossero stati opportunatamente blindati. Chi ha favorito lo sbarco in Italia delle culture tribali è complice morale di questa mattanza. Si è preferito importare un esercito di nuovi schiavi per abbassare il costo del lavoro, “risorse” dicevano, che preservare la sicurezza nazionale. Addirittura, quasi una violenza sessuale su due è commessa da stranieri. I dati sono ancora più preoccupanti se si considerano i minori. Tra il 2010 e il 2023, su 315 segnalazioni per violenza sessuale, 177 hanno riguardato minorenni stranieri, ben il 56 per cento, come indicato dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale.

Francesca Totolo

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