Il 7 ottobre scorso, l’ENEA ha pubblicato sul proprio portale ufficiale il “Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica”; si tratta di un documento che analizza il quadro complessivo offerto dal settore energetico nazionale, in termini di produzione di energia, copertura della domanda e sviluppo delle fonti rinnovabili.
A tal riguardo, l’Agenzia osserva – nello specifico – che “la crescita delle fonti rinnovabili, praticamente 3 volte quella del 2000, si deve allo sviluppo delle”. Rispetto ad inizio Millennio, quando le fonti rinnovabili erano quasi esclusivamente limitate all’idroelettrico e alla geotermia, il settore ora può contare anche sul contributo degli impianti eolici e fotovoltaici, nonché dei biocombustibili.
I dati contenuti nel Rapporto ENEA: la crescita delle rinnovabili
Il 2023 ha fatto registrare un incremento nella produzione di energia da fonti rinnovabili (+3,9%), raggiungendo complessivamente quota 27,2 Mtep (Mega Tep, ovvero un milione di tonnellate equivalenti di petrolio). Di questi, 8,5 Mtep sono costituiti da energia idroelettrica e geotermica mentre i restanti 18,7 Mtep sono coperti da altre fonti energetiche. “Nel dettaglio” – spiega il rapporto stilato dall’ENEA – “nel 2023 i biocombustibili solidi rappresentano circa il 25% della produzione complessiva delle fonti rinnovabili, seguiti dalla geotermia con 18,6%, dall’energia idroelettrica con 12,8% (dipendente però dall’andamento delle precipitazioni), dal calore per ambienti generato da pompe di calore con 10,5%, dall’energia fotovoltaica con 9,7%, dall’energia eolica con 7,5% e dal biogas con 7,4%”.
La crescita delle rinnovabili nel 2023, rispetto al 2022, è stata alimentata soprattutto da quella del segmento idroelettrico (+42,7%), in grado di bilanciare il calo dei biocombustibili (-5,8%) dovuto, in parte, alle condizioni climatiche.
I dati tra il 2000 e il 2023
Allargando l’orizzonte temporale di riferimento agli anni tra il 2000 e il 2023, l’ENEA registra una crescita significativa delle rinnovabili, che si traduce in un costante aumento della percentuale di copertura del fabbisogno di energia primaria. Il trend è quello della progressiva diversificazione del mix energetico; sebbene le fonti fossili rappresentino ancora la fonte energetica maggioritaria, dal 2000 in poi la loro incidenza è calata nettamente, passando dal 91,% al 75,5%. Contemporaneamente, il contributo delle fonti energetiche rinnovabili è passato da 5,8% (registrato nel 2000) al 20,5% del 2023.
Una tendenza analoga caratterizza i consumi finali; tra il 2000 e il 2023, le fonti energetiche rinnovabili si sono imposte come la seconda fonte energetica dopo il gas naturale. La struttura di consumi, quindi, è profondamente mutata in poco più di vent’anni: se ad inizio Millennio era dominata dal binomio petrolio-gas naturale, nel 2023 risulta più equilibrata, con una buona ‘fetta’ (che si attesta poco oltre il 20%) rappresentata dalle rinnovabili.
Nel 2023 il petrolio ha superato il gas naturale
Tra i dati più significativi che emergono dall’analisi prodotta dall’ENEA figura senz’altro l’inversione di tendenza tra impiego di gas naturale e petrolio nella produzione di energia elettrica.
Nel 2023, infatti, il primo ha coperto il 36,7% della domanda di energia, mentre il secondo il 35,4%. Il calo, spiega il rapporto, è dovuto a diversi fattori; la tendenza è iniziata nel 2020, anno dal quale il gas naturale ha perso quasi sei punti percentuali. Ad incidere, in tal senso, è stato anzitutto il progressivo affrancamento dalle forniture di gas provenienti dalla Russia a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina. “Dal 2020 il gas naturale ha ridotto il suo peso di oltre 3 punti percentuali nella produzione di energia elettrica e calore” scrive l’ENEA, aggiungendo che “in particolare, il consumo di gas naturale si è ridotto del 19,7% nella produzione di energia elettrica e calore e del 18,5% nel settore civile”.
Al contempo, il gas naturale resta la principale fonte energetica nel mix di generazione dell’energia termoelettrica tradizionale, con il 74,4% del totale (comunque in calo rispetto al 2022, -15,9%).
I riflessi sul mercato e sui consumi
Dal Rapporto stilato dall’ENEA emerge come, almeno stando alle stime preliminari, le dinamiche di consumo non abbiano registrato variazioni significative. Il leggero calo dei prodotti petroliferi e della domanda di energia elettrica, si legge, è stato quasi del tutto compensato dall’aumento dei consumi di gas naturale per la climatizzazione. Nel 2023 – l’ultimo anno di cui si hanno dati completi e definitivi – il consumo finale di energia elettrica per abitante è stato pari a 1,83 tep, ovvero -2,5% rispetto al 2022. Il dato, sottolinea l’ENEA, ha confermato “il buon posizionamento dell’Italia rispetto alla media dei Paesi europei (UE27) e alla media dei Paesi della Zona Euro”.
Nell’orizzonte di un contesto in cui i consumi tendono ad essere stabili, o leggermente al ribasso, il nodo da sciogliere resta quello della profonda dipendenza dal gas. Il mercato italiano dell’elettricità, anche per questo, presenta non solo prezzi al dettaglio tra i più alti d’Europa ma anche una certa volatilità.
Ne consegue che per molti utenti, in particolare quelli che usufruiscono di servizi di fornitura a prezzo indicizzato, la bolletta dell’energia resta sostanzialmente un’incognita. L’impatto sul bilancio familiare, quindi, può variare – sensibilmente – da un mese all’altro, per effetto delle complesse dinamiche che determinano il prezzo finale della componente energia.
Effetti del caro energia
Il caro energia ha inevitabilmente spinto gli utenti a cercare offerte in grado di garantire maggiore stabilità, non solo sul breve periodo. È questo l’obiettivo che si posto Reset Energia, un fornitore che ha debuttato l’estate scorsa sul mercato italiano con un modello commerciale innovativo e in linea con le moderne esigenze dei consumatori. Nata in seno ad un gruppo industriale più grande, attivo nel settore dell’energia principalmente in Nord Italia, l’azienda propone agli utenti privati una formula a canone mensile fisso, vincolato ad una specifica fascia di consumo. In altre parole, il cliente – se rispetta la soglia massima di kWh previsti dalla fascia del proprio abbonamento – paga un importo uguale ogni mese e ‘tutto incluso’, in cui rientrano oneri generali e di sistema, imposte e IVA. Ulteriori dettagli possono essere consultati all’indirizzo del portale del fornitore: https://resetenergia.it.
Reset, in aggiunta, distribuisce energia pulita, 100% ‘green’, in quanto prodotta da fonti energetiche rinnovabili, certificate mediante il meccanismo di annullamento delle Garanzie di Origine. Anche questa scelta intercetta un trend meno evidente ma altrettanto significativo rispetto all’evoluzione del mercato dell’energia elettrica: la crescente consapevolezza degli utenti in materia di sostenibilità ambientale. Come rileva lo stesso rapporto ENEA, “la sensibilità verso le tematiche ambientali e nei confronti delle scelte di vita ecosostenibili sta attraversando un percorso di progressiva intensificazione”, che va di pari passo con quello che riguarda “comportamenti più attenti al risparmio e alla lotta agli sprechi, anche in ambito energetico”.