
L’ex tecnico fa un paragone con la sua esperienza spagnola: “Io sono stato al Real Madrid, con i migliori giocatori al mondo, ma la stampa spagnola ci attaccava se non avevamo una base autoctona in squadra. Volevano giocassero i giovani della ‘cantera’ Lì ci tengono, qui in Italia no. Solo la Juve ragiona in un certo modo, le altre ingaggiano stranieri soprattutto per business. Ben vengano se sono bravi, ma non mi sembra sia proprio così in questo momento…”.
Ai molti che gli hanno fatto notare come senza Gullit, Rijkaard e Van Basten il suo Milan non avrebbe ottenuto i successi che ha avuto, Sacchi replica: “I tre olandesi? Non erano i migliori prima che li allenassi io. Lo sono diventati in Italia, ma la base del mio Milan erano gli italiani. Non è un caso che dal 1988 al 2000 abbiamo vinto molto di più che nel decennio successivo. E il numero di stranieri era limitato…”.
Una realtà che si riflette anche sulla Nazionale. “I nostri periodi più bui coincidono con l’utilizzo massiccio degli oriundi e l’aumento del numero degli stranieri in Serie A”.
Giuliano Lebelli
1 commento
Premetto che Sacchi mi sta sulle balle, ma in questo caso ha ragione!