
“Una donna bianca con un seno di larghe proporzioni, poco vestita e con un body sgambato con sopra disegnata la bandiera americana e gli stivali al ginocchio non è una portavoce appropriata per la parità di genere alle Nazioni Unite”, si legge nella raccolta firme poi diffusa online. Quindi, par di capire, bisogna lottare solo per i diritti delle donne di colore e per quelle che hanno una prima di reggiseno. Il tutto nei confronti dell’eroina creata da William Moulton Marston 75 anni fa, nel 1941, con esplicita intenzione femminista. Teorico del femminismo, Marston creò il mito di Wonder Woman per dare un simbolo alle donne in cerca di riscatto: “Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella”.
Evidentemente per il vecchio femminismo essere belle non era ancora una colpa. Ma fa sorridere anche il fatto che, negli anni ’50, il personaggio fu addirittura messo sotto accusa dai bacchettoni dell’epoca, con l’accusa di minare l’integrità morale dei giovani e di accennare all’omosessualità di Wonder Woman, che era cresciuta nell’isola delle Amazzoni in compagnia di sole fanciulle. Evidentemente ogni epoca ha l’idiozia censoria che si merita.
Giorgio Nigra
 
			         
														 
 
															
2 comments
C’è solo un problema: di solito le africane hanno due poppe così! Non si può avere tutto, eh!?
Verissimo, le donne africane solitamente hanno delle tette molto grandi (big black tits)e anche per quello piacciono molto a uomini bianchi e asiatici.
Poi, le dimensioni sinceramente contano poco anche se non c’è nulla di male a dire che tette o cazzi grandi esteticamente hanno un loro fascino e potenza, anche molto d’annunziana potrebbe sostenere qualcuno.