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Foibe, il consigliere PD Bertoldi le definisce “Falso storico”. Bufera a Riva del Garda

by La Redazione
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Foibe

Roma, 14 mag – C’è chi ancora, nel 2025, ha il coraggio – o l’arroganza – di definire “falso storico” una delle pagine più tragiche e documentate della storia italiana: le Foibe e l’Esodo giuliano-dalmata. A farlo non è un anonimo provocatore sul web, ma Gabriele Bertoldi, consigliere comunale uscente del Partito Democratico a Riva del Garda. Una figura pubblica, dunque, che ha deciso di gettare benzina su una ferita nazionale ancora aperta.

Per Bertoldi le Foibe sono un “falso storico”

Le parole di Bertoldi, affidate a un post social, hanno scatenato un’ondata di indignazione, soprattutto da parte di chi si occupa da anni di custodire la memoria di quei martiri. Il Comitato 10 Febbraio, in prima linea nella difesa storica e culturale del Giorno del Ricordo, non ha usato mezzi termini: “È grave e inaccettabile che un rappresentante istituzionale neghi fatti storici riconosciuti dalla Repubblica Italiana. Chi sminuisce o ridicolizza le Foibe offende le vittime e i valori fondamentali della memoria democratica”. Ma ciò che più inquieta è il contesto in cui queste dichiarazioni trovano terreno fertile. Secondo il Comitato, le parole di Bertoldi sono solo la punta dell’iceberg di una deriva ideologica che attraverserebbe parte del centrosinistra locale, sempre più simile – nei toni e nei contenuti – a un centro sociale nostalgico delle letture negazioniste del dopoguerra. Un clima culturale e politico che, a Riva del Garda, sembra voler riscrivere la storia a colpi di post e slogan, cancellando decenni di studi, testimonianze e leggi dello Stato. Non è un caso che il Giorno del Ricordo sia stato istituito con la legge 92 del 2004, approvata a larga maggioranza. Ma evidentemente, per certa sinistra, nemmeno una legge dello Stato basta a difendere la verità storica se questa non si piega alla loro narrazione ideologica.

Infangata la memoria nazionale

Gabriele Bertoldi si era già distinto in passato per dichiarazioni analoghe, sempre tese a sminuire o negare la tragedia delle Foibe. Già nel corso del precedente mandato, aveva utilizzato toni provocatori sui social e durante alcune sedute consiliari, attirando critiche trasversali anche fuori dagli ambienti del centrodestra. La sua posizione negazionista è dunque strutturata e costante, non una semplice “gaffe”, ma una linea ideologica consapevole che ora aveva già portato anche alla presentazione di un esposto formale da parte di cittadini e associazioni. In un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di rinnovamento spirituale e culturale, il PD trentino si permette il lusso di dare spazio a chi nega e banalizza il dolore di migliaia di italiani infoibati o costretti a fuggire dalle loro terre. Un atto non solo offensivo, ma anche pericoloso, perché mina la credibilità delle istituzioni e infanga la memoria nazionale. C’è da chiedersi: il Partito Democratico locale condivide queste parole? C’è ancora, in quel mondo politico, qualcuno disposto a distinguere tra il confronto delle idee e la negazione della storia? Per ora, il silenzio del centrosinistra è assordante. Ma gli elettori, soprattutto in vista delle imminenti elezioni comunali, potrebbero far sentire la propria voce dove conta davvero: nelle urne.

Vincenzo Monti

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