Roma, 26 giu – Le cronache recenti provenienti da Francia e Germania offrono un quadro sempre più nitido della crisi profonda in cui versa l’Europa occidentale, schiacciata tra l’insicurezza dilagante, il fallimento del multiculturalismo e il lento ma inevitabile risveglio politico di chi non è più disposto a tollerare l’ipocrisia dell’accoglienza a senso unico.
Dalla Francia alla Germania, qualcosa cambia
In Francia, la “Fête de la Musique“, celebrata ogni 21 giugno, si è trasformata ancora una volta in un inferno di violenze e aggressioni. A Nantes, la notte della festa ha registrato uno stupro, tentativi di violenza sessuale e decine di persone punte misteriosamente con siringhe, in un clima di totale anarchia. Un evento che doveva essere simbolo di coesione e cultura si è rivelato, invece, lo specchio della deriva sociale in atto nelle città francesi, dove degrado, criminalità e perdita di controllo sembrano ormai la norma. Questo ennesimo episodio si inserisce in un quadro ben più ampio, che coinvolge l’intero continente. In Germania, intanto, il governo di Merz ha annunciato lo stop ai finanziamenti pubblici per le ONG attive nei salvataggi nel Mediterraneo. Una decisione che segna una svolta significativa nella narrazione dominante sull’immigrazione. Il Ministero degli Esteri tedesco, sotto pressione interna e internazionale, ha di fatto ammesso che finanziare il trasbordo sistematico di migranti verso l’Europa non solo non è sostenibile, ma sta alimentando un flusso incontrollato e pericoloso.
Fine dei giochi per le ONG
Le ONG coinvolte – molte delle quali da anni operano al limite (e spesso oltre) della legalità – gridano allo scandalo, accusando Berlino di “tradire i valori europei”. Ma la verità è che anche nei Paesi considerati roccaforti del progressismo sta emergendo una nuova consapevolezza: l’ideologia dell’accoglienza illimitata ha fallito. Ha generato ghettizzazione, criminalità, tensioni sociali e, soprattutto, un senso diffuso di insicurezza tra i cittadini europei. Le violenze in Francia e la stretta in Germania sono due facce della stessa medaglia: da un lato, le conseguenze tangibili di anni di politiche migratorie dissennate; dall’altro, i primi segnali di un’inversione di tendenza, spinta dalla crescente pressione popolare e dall’incapacità degli apparati statali di garantire ordine e sicurezza.
L’Europa a un bivio cruciale
L’Europa sta vivendo un momento cruciale. La retorica dell’integrazione forzata e del multiculturalismo felice mostra tutte le sue crepe, mentre le élite politiche, sotto la superficie, iniziano timidamente a rivedere le proprie posizioni. Ma il tempo stringe. I cittadini chiedono risposte, sicurezza e identità. E più passa il tempo, più sarà evidente che solo un ritorno a politiche sovrane e radicate nella realtà potrà evitare il tracollo definitivo della civiltà europea così come lo abbiamo conosciuto finora.
Vincenzo Monti