Roma, 23 sett – Un’azione coordinata in tutta Italia, firmata dal Blocco Studentesco, ha ribadito un messaggio chiaro: no allo ius scholae. Con striscioni e volantini davanti a scuole e università, i militanti del fulmine cerchiato hanno denunciato una proposta che mira a svuotare definitivamente la cittadinanza del suo significato più autentico: quello di appartenenza storica e identitaria.
Blitz in tutta Italia contro lo ius scholae
«Abbiamo voluto ribadire la nostra contrarietà a una misura volta a smantellare l’idea di cittadinanza come comunità di destino – hanno dichiarato i militanti – per ridurla a strumento di gestione della forza lavoro. Il Governo dovrebbe piuttosto investire nella costruzione di una scuola nuova, identitaria, sociale e sportiva, capace di formare individui forti e consapevoli, non masse di lavoratori intercambiabili». Il messaggio è diretto a quelle forze politiche della maggioranza che ciclicamente scivolano sullo ius “qualcosa”: la cittadinanza non può essere concessa come premio burocratico dopo un ciclo scolastico, né ridotta a “diritto civile” avulso da radici, storia e cultura. Come già analizzato da queste pagine, lo ius scholae è un provvedimento che rischia di trovare terreno fertile. Si inserisce perfettamente nella strategia del nuovo decreto flussi, che spalanca le porte a 500.000 ingressi regolari in tre anni. Da un lato si importa forza lavoro, dall’altro si costruisce un elettorato di riserva con i figli degli immigrati. Un doppio binario che conduce dritto verso la sostituzione demografica programmata. Ma dietro la retorica dell’inclusione e dell’integrazione, la verità è lampante: non basta frequentare la scuola italiana per diventare italiani. Soprattutto in un sistema scolastico che da decenni rinnega identità e sovranità, che annacqua ogni senso storico e che forma individui sradicati e consumatori passivi.
Una cittadinanza svenduta
La cittadinanza italiana non è merce di scambio né strumento di calcolo elettorale. È il riconoscimento di un’appartenenza, di una continuità storica e di una memoria collettiva. Eppure, tra decreti tecnici e slogan buonisti, tutto viene sacrificato sull’altare del mercato e del consenso. Il Blocco Studentesco, con questo blitz, ha ricordato che c’è ancora una generazione disposta a difendere l’Italia reale, fatta di giovani italiani esclusi e dimenticati, che chiedono scuole vere, comunità solide e un futuro che non sia ipotecato da piani di sostituzione legalizzata.
Vincenzo Monti