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Pennsylvania, l’Università cancella i record transgender (e si scusa con le atlete)

by La Redazione
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Pennsylvania

Roma, 2 lug – L’Università della Pennsylvania ha annunciato ufficialmente la cancellazione dei record sportivi stabiliti dalla nuotatrice transgender Lia Thomas, riconoscendo pubblicamente il danno arrecato alle atlete biologicamente femmine che avevano gareggiato contro di lei. La decisione, comunicata con una nota del rettore J. Larry Jameson, arriva nell’ambito di un accordo con il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti, che ha avviato un’indagine sull’ateneo Ivy League dopo un ordine esecutivo del presidente Donald Trump volto a escludere gli atleti transgender dalle competizioni sportive femminili.

L’Università della Pennsylvania fa dietro front

Lia Thomas, divenuta nel 2022 la prima atleta apertamente transgender a vincere un titolo NCAA di Divisione I, aveva scatenato polemiche sin dalla sua partecipazione nelle gare femminili. Nonostante all’epoca le regole della NCAA consentissero la sua presenza in quelle competizioni, molte colleghe e osservatori avevano denunciato una profonda ingiustizia: una nuotatrice con un passato agonistico da uomo, beneficiando di una forza muscolare e una struttura fisica maschile, aveva sbaragliato la concorrenza femminile. Ora l’università fa marcia indietro. In una dichiarazione ufficiale, il rettore Jameson ha affermato: “Sebbene le politiche della Penn durante la stagione 2021-2022 fossero conformi alle regole NCAA, riconosciamo che alcune studentesse-atlete sono state svantaggiate da tali norme. Ci scusiamo per questo e intendiamo correggere il tiro.” Oltre a ripristinare i titoli e i record delle atlete biologiche che avevano perso contro Thomas, la Penn si impegna a escludere uomini biologici dalle future competizioni femminili e a definire d’ora in avanti i concetti di “maschile” e “femminile” in base alla biologia. Una svolta netta, che segna un’inversione di tendenza rispetto all’ideologia gender che aveva dominato negli ambienti universitari progressisti americani.

Un ritorno al principio di equità biologica

La decisione della Penn non arriva in un vuoto politico. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, è cambiato il vento anche sul fronte dei diritti LGBT. Uno dei primi atti della nuova amministrazione è stato proprio il divieto per gli atleti transgender di gareggiare negli sport scolastici e universitari nella categoria del genere di elezione. Il Dipartimento dell’Istruzione ha quindi avviato controlli su diversi atenei, tra cui la University of Pennsylvania. Questo episodio potrebbe creare un precedente di portata nazionale. Se altre università dovessero seguire la linea della Penn, si aprirebbe una stagione di revisione dei risultati sportivi ottenuti da atleti trans nelle competizioni femminili. Un ritorno, almeno parziale, al principio di equità biologica nello sport. Nel frattempo, cresce il fronte critico verso le derive dell’ideologia inclusiva a ogni costo. Le proteste di tante giovani atlete, fino a oggi ignorate o ridicolizzate, cominciano finalmente a ricevere ascolto. La vicenda di Lia Thomas dimostra che l’uguaglianza non può fondarsi sulla negazione della realtà biologica. E che, forse, è giunto il momento di ridare dignità allo sport femminile.

Vincenzo Monti

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