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Università di Cagliari: sinistra da cabaret tra accuse e… ambulanze

by La Redazione
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Cagliari

Roma, 19 mag – “No alla violenza sulle donne!”. Giustissimo, sacrosanto. Ma all’Università di Cagliari sembra che qualcuno confonda il femminismo con il lancio di volantini e le intimidazioni da corridoio. Nei giorni scorsi è esplosa una vicenda grottesca quanto istruttiva: presunte “aggressioni squadristiche” al Dipartimento di Magistero – sì, avete letto bene – denunciate dall’associazione studentesca “Unicaralis”, che ha diffuso un comunicato dal tono drammatico, corredato da grafiche degne di un documentario di Netflix. Ma come stanno davvero le cose?

Cagliari, volantini strappati e telefonini accesi

Secondo quanto emerso dai video circolati in rete e da diverse testimonianze, i “martiri” di giornata sarebbero stati sorpresi mentre strappavano volantini di un’altra associazione studentesca – per inciso, tutt’altro che di destra – regolarmente affissi nelle bacheche universitarie. Un gesto di democratico confronto, evidentemente, se lo compiono loro. A documentare l’accaduto, una ragazza appartenente all’associazione presa di mira, che ha iniziato a riprendere i tre “rivoluzionari” in azione. Da lì, la situazione degenera: scambi di accuse, toni accesi, e qualche riferimento poco velato a partiti di sinistra e sindacati rossi che, a quanto pare, finanziano più propaganda universitaria che mense. Il climax si raggiunge quando i nostri “antifascisti” preferiti – forti di un’improvvisa superiorità numerica – iniziano a minacciare verbalmente la ragazza. Risultato? Una spettatrice accusa un attacco di panico e viene portata via in ambulanza. Le voci di corridoio, sempre affidabili come una conferenza stampa del PD, parlano di “volti inquietanti” come possibile causa del malore. Non escludiamo l’ipotesi.

Vittimismo d’assalto

La parte migliore arriva dopo: gli stessi protagonisti dell’agitazione si affrettano a confezionare una versione alternativa dei fatti. Via ai comunicati stampa, alle dichiarazioni pubbliche, al piagnisteo mediatico. Gli aggressori diventano vittime, il fascismo riappare (naturalmente da sinistra), e i giornalisti di area vengono contattati in cerca di titoli a effetto. Nel frattempo, qualcuno – probabilmente stufo della pantomima – affigge per l’università degli striscioni goliardici firmati da un misterioso “Comitato Binacchi”, che prende per i fondelli l’intera faccenda: “compagni di tutto il mondo… menatevi”. Che dire? Dalla finta aggressione di Genova, alla rissa rossa di San Lorenzo e alla soap opera del Magistero di Cagliari, il confine tra antifascismo e cabaret è sempre più sottile. Mentre il Paese affronta problemi reali, c’è chi passa il tempo a strappare volantini e recitare vittimismo, salvo poi trasformare una scaramuccia universitaria in una tragedia greca. Se questo è il nuovo volto dell’antifascismo, pare che il vero spettacolo lo troviamo tra le bacheche e non nei teatri. Pop-corn alla mano, ci auguriamo che la saga continui. Anche perché, diciamolo, certe comiche non le scrive nemmeno la Rai.

Mauro Calì

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