
Nuovamente, la dignità italiana affonda nel Mediterraneo. Questo al culmine di una settimana disastrosa sul fronte dell’immigrazione, con migliaia di arrivi e il ministero dell’interno e le prefetture che ordina perentoriamente di reperire posti per da 6.500 a 10.000 immigrati giunti solo negli scorsi giorni.
Si è ripetuta, in peggio, la stessa dinamica del 15 febbraio scorso, quando una motovedetta italiana era stata “scippata” da un barchino con alcuni uomini armati di kalashnikov a bordo del barcone appena sequestrato.
Sembra di poter notare, a causa dell’inefficacia delle misure europee e dell’arrendevolezza italiana, un nuovo schema nelle operazione degli scafisti: non solo lo spregiudicato sfruttamento delle navi militari e di soccorso occidentali come staffette-traghetto per i barconi, una volta “a perdere”, ma addirittura il perseguimento del costo zero nell’operazione criminosa riprendendosi l’imbarcazione impiegata.
Se consideriamo poi che nel 2009, in base ad accordi intergovernativi, l’Italia consegnò alle autorità libiche tre motovedette per attuare i pattugliamenti di contrasto all’immigrazione clandestina, che furono invece prontamente usate illegalmente contro i pescherecci italiani nelle acque internazionali prospicenti la Libia, è proprio il caso di dire: oltre il danno, la beffa.
Andrea Lombardi