
Come spesso accade in Italia diversi organi d’informazione e ampi settori della magistratura sembrano chiudere un occhio di fronte agli errori una determinata parte politica. Ad ulteriore riprova il fatto che il comune di Fondi, dal cui mercato è partito e parte lo smistamento dei “cibi tossici” della terra dei Fuochi, appare legato alla ‘ndrangheta dal lontano 1985, secondo la ricostruzione di Antonio Turri, ex poliziotto e presidente dell’associazione Cittadini contro le mafie e la corruzione. Quel fatidico anno la poltrona di sindaco era occupata da un esponente del PCI, nel contesto di un egemonia politica della sinistra durata molti anni, ma delle cui responsabilità nessuno ha chiesto conto.
Le mafie, ad oggi le multinazionali più ricche e fiorenti del paese, possono essere colpite solamente da un impegno privo di paraocchi ideologici, di qualunque parte siano. E da azioni dure, come avvenne durante il ventennio fascista. Ma il governo attuale continua a produrre l’esatto contrario, e l’elezione di Rosy Bindi quale presidente della commissione parlamentare Antimafia sembra essere solo l’ultimo (e più patetico) esempio.
Francesco Carlesi