
Obiettivo: proteggere i capi di Stato e di governo che parteciperanno al summit. In tutto, circa 8 mila uomini vigileranno sulla loro sicurezza e lavoreranno per far funzionare un sistema che deve tenere conto di possibili attacchi informatici da parte degli hacker, delle proteste dell’area antagonista e della minaccia terroristica.
E per evitare che malintenzionati si portino avanti e attentino alla vita dei potenti del mondo, già da oggi verranno ridotti gli sbarchi a Messina e poi da qui al 26 maggio, in tutta la Sicilia. Ancor più nel dettaglio la direttiva firmata dal capo della polizia Franco Gabrielli prevede che si debba evitare di “impegnare i porti dell’isola nei seguenti periodi: porto di Messina, dalla mezzanotte del 18 maggio 2017 fino alle 24 del 28 maggio successivo; tutti gli altri porti della Sicilia, dalla mezzanotte del 22 maggio 2017, fino alle 24 del 28 maggio successivo”.
Per lo stesso motivo, e in occasione del summit in programma a Bari dall’11 al 13 maggio, era stato sospeso Shengen ed erano stati reintrodotti i controlli alle frontiere terrestri, marittime e aeree. Una norma che resterà in vigore fino a fine mese.
Si deduce che, volendo, è quindi possibile mettere un argine agli sbarchi che ogni giorno affollano i porti siciliani. Evidentemente il principio secondo cui i profughi che le navi delle ong devono per forza di cose sbarcare sulle coste italiane non è poi così inderogabile. Ci si chiede, a questo punto, se la tutela dall’invasione valga solo per i potenti della terra.
1 commento
Occupiamo i porti dopo il G7, usiamo le tattiche di Greenpeace per fermare le navi delle ong. Difendere la Patria è sacro dovere di ogni italiano.