Roma, 17 lug – Alla fine se ne è accorta anche Giorgia Meloni, Israele ha “leggerissimamente” esagerato, giusto per usare un eufemismo. È servito che sotto le bombe di Tel Aviv finisse anche la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza affinché il Presidente del Consiglio italiano uscisse finalmente dal suo silenzio e criticasse pubblicamente le violenze israeliane contro i civili.
Meloni: “Inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile”
“I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta portando avanti da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”. Questo il post di condanna che Meloni ha affidato ai social. Una presa di coscienza tardiva e piuttosto moderata nei toni, ma sicuramente un passo in avanti rispetto ai silenzi precedenti. L’attacco che ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia a cui fa riferimento Meloni è costato la vita a due persone e il ferimento di molte altre, tra cui il parroco, padre Gabriel Romanelli. Non è la prima volta che la chiesa, peraltro l’unica chiesa cattolica della Striscia, finisce nel mirino dell’esercito israeliano. Già nel dicembre 2023 un cecchino aveva sparato sulla folla nel cortile, uccidendo due donne: Nahida Khalil Anton e Samar Kamal Anton, madre e figlia. Dimostrazione, anche questa, gli attacchi contro la popolazione civile Israele non li sta portando avanti da mesi ma da anni.
Israele e quel mondo unipolare che ha dismesso il suo galateo
Oltre alla tardività, si potrebbe anche rimproverare a Meloni una certa leggerezza. Le atrocità contro i civili sono certamente la parte più visibile del problema, ma bisognerebbe anche fare un punto su come e quanto Israele stia insanguinando il Medio Oriente. Non solo Gaza, ma anche il Libano, l’Iran e la Siria. Senza contare come l’impunità entro cui sta operando Israele contraddica molta della retorica occidentale su diritto internazionale e pretese superiorità morali. Might is right, direbbe qualcuno. La forza è già di per sé un diritto. All’Europa non sembra rimanere altro che l’indignazione e le condanne. La forza in questione non è però quella israeliana o quantomeno non solo quella: Netanyahu può, infatti, contare sull’appoggio americano e la compiacenza di sauditi e russi. Insomma, è ancora una volta l’affermazione quel mondo unipolare che ha dismesso il suo galateo e ha cominciato a fregarsene delle buone maniere.
Michele Iozzino