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Nidificazione dei piccioni e pannelli solari: perché intervenire tra marzo e giugno

by La Redazione
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dissuasori piccioni

Con l’arrivo della primavera, le città e le campagne si popolano di attività naturali che segnano l’inizio del nuovo ciclo vitale. Tra queste, la stagione di nidificazione dei piccioni, che si concentra principalmente tra marzo e giugno, rappresenta un momento critico per chi possiede un impianto fotovoltaico installato sul tetto. Le strutture dei pannelli, infatti, offrono un rifugio ideale per questi volatili: sono riparate, protette dalla pioggia, difficili da raggiungere dai predatori e spesso calde grazie all’accumulo di calore del tetto.

Quello che può sembrare un comportamento innocuo ha però implicazioni significative per la funzionalità e la durata dell’impianto. I nidi, le piume, le deiezioni e il continuo passaggio dei volatili possono causare occlusioni, surriscaldamenti, danni ai cavi e una diminuzione dell’efficienza energetica. Inoltre, la presenza dei piccioni in prossimità dell’abitazione comporta anche problemi igienico-sanitari, dovuti alla proliferazione di parassiti e batteri.

Per questi motivi è fondamentale intervenire in anticipo, installando soluzioni di prevenzione efficaci prima che i piccioni abbiano il tempo di scegliere gli spazi sotto i pannelli come luogo per la riproduzione. Solo con un’azione tempestiva è possibile evitare danni futuri, proteggere il proprio investimento e garantire un funzionamento ottimale dell’impianto solare.

Nidificazione dei piccioni: un rischio per i pannelli solari

Durante la stagione riproduttiva, i piccioni cercano luoghi sicuri, caldi e riparati per costruire i loro nidi e allevare i piccoli. Gli impianti fotovoltaici installati sui tetti rappresentano per questi volatili un habitat perfetto: lo spazio tra il pannello e la copertura del tetto offre protezione da pioggia e vento, è difficilmente accessibile per i predatori ed è spesso ben esposto al sole, garantendo calore costante.

Questa situazione comporta però una serie di rischi concreti per l’impianto. I nidi costruiti sotto i pannelli possono ostruire la ventilazione naturale che contribuisce a raffreddare l’impianto e mantenerne l’efficienza. Una scarsa ventilazione porta a un surriscaldamento dei moduli, riducendone il rendimento e accelerandone l’usura. Inoltre, i materiali di nidificazione – ramoscelli, piume, residui organici – possono creare occlusioni e attirare parassiti, aumentando i costi di manutenzione e pulizia.

Le deiezioni dei piccioni rappresentano un ulteriore problema. Altamente acide, possono corrodere i materiali delle superfici fotovoltaiche, ridurre la trasparenza del vetro dei moduli e danneggiare i cablaggi. Oltre al danno tecnico, la loro presenza può causare problemi igienico-sanitari, specialmente nei contesti residenziali, poiché possono trasmettere batteri e agenti patogeni tramite feci e piume.

Non va dimenticato che i piccioni tendono a ritornare sempre negli stessi luoghi per nidificare, consolidando nel tempo la loro presenza e rendendo più difficile intervenire in modo risolutivo. Se l’impianto non viene protetto preventivamente, nel giro di pochi anni può trasformarsi in un rifugio stabile per colonie di volatili, con conseguenze sempre più difficili da gestire.

Agire per tempo, prima dell’inizio della nidificazione, è quindi una scelta strategica per tutelare il funzionamento del sistema fotovoltaico, ridurre i costi di manutenzione e preservare l’efficienza energetica dell’impianto nel lungo periodo.

Prevenzione e tempistiche: perché intervenire prima della nidificazione

Uno degli aspetti più sottovalutati nella gestione dei volatili nei pressi degli impianti fotovoltaici è la tempistica dell’intervento. Agire dopo che i piccioni hanno iniziato a nidificare può non solo rivelarsi meno efficace, ma in alcuni casi anche impossibile. La normativa italiana, infatti, tutela le fasi riproduttive degli uccelli, vietando la rimozione dei nidi attivi fino al termine del ciclo di crescita dei piccoli. Questo significa che, una volta che la nidificazione è iniziata, non è più possibile intervenire fino a stagione inoltrata, lasciando che i volatili restino indisturbati per settimane o mesi.

Per questo motivo, è fondamentale programmare qualsiasi intervento di prevenzione prima dell’inizio della stagione riproduttiva, che in genere si colloca tra marzo e giugno. Agire in anticipo permette di impedire fisicamente l’accesso agli spazi sotto i pannelli, evitando che i piccioni possano scegliere quel luogo come sito ideale per il nido.

La prevenzione non si basa solo sulla rimozione di eventuali elementi attrattivi, ma soprattutto sull’installazione di barriere meccaniche che ostacolino l’ingresso. È importante che queste soluzioni siano non invasive, resistenti agli agenti atmosferici e facilmente integrabili con la struttura dell’impianto. In questo modo si garantisce la protezione dell’impianto senza comprometterne il funzionamento, evitando al contempo qualsiasi danno ai volatili.

Un impianto correttamente protetto mantiene intatte le sue prestazioni energetiche, richiede meno interventi di pulizia e riduce significativamente i rischi di guasti o danni strutturali. Intervenire per tempo, dunque, non è solo una misura preventiva, ma rappresenta una scelta di lungimiranza tecnica ed economica per chi vuole preservare l’efficienza del proprio impianto fotovoltaico nel tempo.

Una soluzione efficace: i dissuasori meccanici a spazzola

Tra i metodi più semplici, duraturi e rispettosi dell’ambiente per proteggere un impianto fotovoltaico dalla nidificazione dei piccioni, si stanno affermando i dissuasori meccanici a spazzola, noti anche come scovoli antipiccioni. Si tratta di dispositivi costituiti da una struttura flessibile con setole fitte, progettati per essere installati lungo il perimetro dei pannelli solari, creando una barriera fisica che impedisce l’accesso agli spazi sottostanti.

Questa soluzione si dimostra particolarmente efficace perché non richiede corrente elettrica, sostanze chimiche né interventi complessi, e agisce in modo continuo nel tempo. I piccioni, trovandosi davanti a un ostacolo che rende difficile e scomodo il passaggio, evitano di insediarsi tra i pannelli e la copertura del tetto, senza subire alcun danno.

Tra i produttori italiani specializzati, Italgam realizza dissuasori a spazzola progettati per garantire resistenza agli agenti atmosferici e durabilità nel tempo. Le setole sono realizzate in materiale anti-UV e mantengono la loro struttura anche dopo lunghi periodi di esposizione al sole e alla pioggia. La parte centrale, invece, è costituita da filo in acciaio INOX low carbon 304L, una lega che garantisce alta resistenza alla corrosione e alle sollecitazioni ambientali.

Un altro vantaggio di questa soluzione è che può essere installata senza forare o modificare la struttura dei pannelli, mantenendo intatta l’integrità dell’impianto e assicurando la corretta ventilazione tra pannello e tetto. Inoltre, trattandosi di un metodo passivo, non ha alcun impatto acustico né effetti collaterali sull’ambiente circostante.

L’utilizzo dei dissuasori meccanici rappresenta quindi una scelta pratica ed efficace per proteggere l’investimento nel tempo, ridurre i costi di manutenzione e prevenire danni causati dalla nidificazione dei piccioni. Agire per tempo con soluzioni semplici ma ben progettate consente di mantenere l’impianto fotovoltaico efficiente, pulito e perfettamente funzionante in ogni stagione.

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