
Il gup ricorda anche che Kabobo ha “sentito il bisogno di giustificare la propria condotta, attribuendola ora alle voci e ora alla necessità di essere catturato o ucciso per porre fine alle sue sofferenze”. Dal suo modo di agire, per il tribunale è emerso che il ghanese “ha tuttavia conservato la capacità di comprendere il valore e il significato del suo comportamento e di agire in conseguenza”. Infatti Kabobo che inizialmente aveva impugnato una spranga di ferro, ha poi preferito, quasi fosse in un delirante e macabro videogioco, impossessarsi di un piccone sottratto ad un cantiere della zona. Il gup Scudieri ha dichiarato che “non vi è dubbio che la scelta di cambiare l’arma è stata dettata dalla consapevolezza che la spranga non garantiva il sopravvento sulle vittime e ciò in quanto le aggressioni realizzate o tentate ai danni dei soggetti incontrati dal Kabobo fino al momento in cui si munirå del nuovo strumento, non erano andate a buon fine”.
Per l’extracomunitario pende infatti un’altra richiesta di rinvio a giudizio per altri due tentati omicidi; quello di Andrea Carfora e Francesco Niro, due passanti colpiti a sprangate da Kabobo e miracolosamente rimasti in vita seppur gravemente feriti . Dagli eventi emerge inoltre, secondo il gup, il movente predatorio, dato che “in tutte e tre le aggressioni che hanno avuto esito mortale l’imputato si è impadronito di beni appartenenti alle vittime”. Emerge poi che “quando infine l’imputato ha percepito l’arrivo dei carabinieri, ha tentato la fuga, ma prima si è liberato dell’arma: tale condotta lascia intendere che egli avesse perfettamente chiara la riprovevolezza e illiceità dei gesti commessi e fosse mosso in quel momento dalla volontà di non essere a sua volta ucciso dalle forze dell’ordine”. Insomma, la sentenza chiarisce definitivamente che l’immigrazione crea povertà, disagio sociale e psichico, nonché aspettative irrealistiche e impossibili da realizzare. Un vero e proprio meccanismo impazzito che crea Kabobo in serie.
Per uscirne ci restano due soluzioni: dare tutto a tutti per paura di finire picconati, oppure intervenire alla radice facendo saltare tutto il circolo perverso che crea povertà, solitudine, follia. In noi e in loro.
Andrea Bonazza
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[…] è mai sopito il mostro incontrollabile che agita l’anima dell’immigrato ghanese, che l’11 maggio del 2013 scese in strada e uccise, armato di piccone, tre donne e ferì due uomini: l’altro ieri, nel carcere di Opera dove sta scontando una pena detentiva di 20 anni, il […]
[…] non si è mai sopito il mostro incontrollabile che agita l’anima dell’immigrato ghanese, che l’11 maggio del 2013 scese in strada e uccise, armato di piccone, tre donne e ferì due uomini: l’altro ieri, nel carcere di Opera dove sta scontando una pena detentiva di 20 anni, il […]