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Immigrato positivo al coronavirus, è rivolta nel centro di accoglienza: “Non vogliamo isolamento”

by Cristina Gauri
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Treviso, 11 giu – Sono state ore di grande tensione quelle trascorse nella mattinata di oggi all’interno della caserma Serena di Casier (Tv), che ospita al suo interno 330 richiedenti asilo. I disordini sono iniziati dopo che uno degli immigrati ospiti della struttura è risultato positivo al tampone per il coronavirus . Il fatto ha causato una vera propria rivolta tra gli altri stranieri, che si sono fermamente opposti alla misura dell’isolamento fiduciario, ai tamponi e ai controlli del personale sanitario. Preoccupati infatti di non potersi recare al lavoro – e assolutamente indifferenti all’idea di poter costituire un pericoloso veicolo di contagio per la popolazione locale – gli immigrati hanno manifestato il loro dissenso, protestando nel cortile esterno della caserma, davanti all’ingresso e sporgendosi dalle finestre del primo piano: solo l’intervento di alcune pattuglie di carabinieri, polizia e polizia locale ha ristabilito – non senza fatica – l’ordine tra gli ospiti della struttura.

Durissima la reazione del deputato e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo: «Gli italiani hanno sopportato per mesi le leggi che hanno imposto la quarantena e che hanno minato la nostra economia, la rispettino anche i profughi senza alimentare altre pericolose tensioni», ha dichiarato. «Chi è venuto a contatto con una persona positiva deve essere sottoposto a tampone e rispettare la quarantena: lo stabiliscono le leggi di quello stato che ospita tutti quei signori che questa mattina hanno protestato». Il rischio è quello di «accendere un nuovo focolaio e di lanciare l’ennesimo allarme sanitario, dopo che mesi di sacrifici hanno portato finalmente a una situazione quasi di normalità. Tutto questo non è accettabile». Gli fa eco il consigliere comunale FdI di Treviso, Davide Visentin: «Questa mattina sono intervenuti gli uomini della Polizia Locale, della Questura e dei Carabinieri per riportare la calma: chi si è reso protagonista dei gravi momenti di tensione deve essere subito identificato ed espulso. Non possiamo ospitare gente disposta a mettere a rischio la salute di tutti per un suo capriccio», conclude.

Cristina Gauri

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