
Siamo tornati al presidio per parlare con i protagonisti, per sentire le loro testimonianze. Per avere un filo diretto con chi ha vissuto sulla propria pelle le ore tumultuose che hanno portato a quello che poi si è letto su tutti i giornali.
La prima testimonianza è di Laura Ruggeri, 70 anni, residente a via del Casale San Nicola e attiva al presidio contro il nuovo centro d’accoglienza fin dall’inizio. Ha riportato contusioni e ferite per un totale di otto giorni di prognosi.
Ci dica, qual è stato l’atteggiamento delle forze dell’ordine nei vostri confronti?
Inizialmente si sono limitati a tirarci per far sciogliere la catena umana che avevamo creato all’imbocco della via che porta alla Socrate. Poi gli animi si sono surriscaldati e loro hanno cominciato a strattonare e minacciare. Dietro di noi altri angenti in borghese hanno alzato volutamente la tensione secondo quello che a tutti gli effetti sembrava uno schema di infiltrazione ben congegnato.
La vostra resistenza è stata esclusivamente passiva?
Si, ma ciò non li ha fermati, io personalmente ho ricevuto un colpo alla schiena e mi hanno calpestato una caviglia. Diciamo che non hanno avuto molti scrupoli.
Poi cosa è successo?
I ragazzi di CasaPound a quel punto sono intervenuti per difenderci e sono arrivati al contatto con la celere. La situazione è precipitata solo a quel punto, ma fin dalla mattina l’atteggiamento della polizia non era certo stato irreprensibile.
Su diversi giornali si è detto che CasaPound si sia affacciata a Casale San Nicola solo per un tornaconto politico, lei che cosa ne dice?
I ragazzi di CP fino dal primo giorno hanno partecipato al presidio al fianco di tutti noi. Sono stati amichevoli, sempre presenti nel dare i turni e la loro presenza ci è stata d’aiuto. Sono persone pulite, studenti e lavoratori come noi che hanno difeso un diritto alla fine purtroppo calpestato. Tutto il resto delle dicerie è falso, e siamo in molti a poterlo testimoniare.

A che cosa ha assistito la mattina di venerdì?
Ho assistito a un comportamento indecente dello stato e lo testimonia il mio livido. La cosa che mi ha più colpito è stata l’accusa che ci hanno mosso. Un dirigente di polizia ha sostenuto che fossimo armati e che avessimo lanciato dei sassi ma tutti i residenti hanno opposto una resistenza assolutamente passiva. Sono state dette fin troppe bugie nei nostri confronti.
Il pullman con gli immigrati a bordo dove si trovava?
Era fermo dietro a un cordone di polizia. Non sono riuscito a vedere che cosa stesse succedendo intorno al pullman, ma diverse persone mi hanno confermato che i ragazzi a bordo facevano gesti poco educati e riprendevano tutto con tablet e smartphone che io personalmente neanche possiedo.
Ultima domanda. Che cosa dice dei ragazzi di CasaPound?
Loro ci hanno difeso frapponendosi tra noi e la polizia in tenuta antisommossa. Sono persone valide, educate e molti di loro potrebbero essere nostri figli. Li ringrazio per quello che hanno fatto.
Michele de Nicolay
"Nessuna strumentalizzazione, CasaPound ci ha sempre sostenuti." Parola dei residenti
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