
È importante notare come la riunione dell’ufficio politico del partito gollista sia programmata per oggi. Tutti, quindi, hanno voluto affrettare i tempi, senza neanche salvare la faccia. Si poteva confluire su Macron mostrando almeno la parvenza di un minimo travaglio interiore. Ma si poteva anche evitare di esprimersi e lasciare libertà di scelta, se il voto per Marine Le Pen era ritenuto troppo osé. E invece no, ci si è subito lanciati sulle barricate del macronismo, dell’anti-marinismo, dell’antifascismo, pretendendo la prima linea. Da vomito.
È inoltre interessante sottolineare come Fillon, benché ultra-liberista, abbia un profilo in grado di attrarre qualche sprovveduto “identitario”: vicinissimo agli ambienti della Manif pour tous, radicalmente ostile al “matrimonio egualitario”, amico personale di Putin. Eppure eccolo lì, appecoronato a un ex collega della Taubira, l’artefice del Mariage pour tous che scatenò le adunate oceaniche della Manif. Tutto questo ci dà una lezione che oltrepassa anche la contingenza. Tra qualche mese, infatti, ci saranno le elezioni anche in Italia. E allora torneranno gli strali verso chiunque proponga un messaggio realmente sovranista, perché si sa: “non bisogna disperdere il voto” e “comunque meglio Forza Italia del Pd”. Come se i voti dati a Fi (e alleati) non servissero e non fossero già serviti a sostenere governi del Pd. Essere moderati non è mai stato una virtù. Oggi, tuttavia, coincide con il crimine.
Adriano Scianca
2 comments
Quando una situazione è grave bisogna usare termini forti.Così diceva de Gaulle.Giuste parole.
E disse Berto Ricci che l’estremismo è “l’eterno bisogno organico della gioventù degna di tal nome”.