
Secondo gli inquirenti il direttore Pini e gli altri indagati erano tutti d’accordo per modificare illecitamente il bando regionale di gara, pilotando le assegnazioni dietro compensi anche da 100.000 euro.
Sempre secondo le indagini della polizia valutaria, il piano risulta studiato attentamente a tavolino, tramite clausole e dettagli pianificati già in precedenza e che avvalorerebbero la tesi di una vera e propria frode sulle assegnazioni dell’appalto. Il tutto è stato facilitato da alcune agevolazioni ottenute dalla società vincitrice tramite alcune “teste di ponte” all’interno degli uffici bancari di competenza, che avrebbero confermato false attestazioni necessarie per poter partecipare alla gara in questione.
Il blitz della GdF ha creato non poco imbarazzo negli uffici regionali della Regione Lazio, che tramite l’Agenzia del Demanio condanna ogni eventuale irregolarità dei bandi di gara in questione e augura una pronta risoluzione delle indagini da parte dell’Autorità giudiziaria.
Michele de Nicolay