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Altro che lotta all’immigrazione: il decreto flussi apre la strada al traffico di clandestini

by Emanuela Volcan
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Roma, 13 lug – Non è la prima, non sarà l’ultima ma è l’ennesima operazione anti immigrazione clandestina, con l’aggravante che a favorire il proliferare di tali fatti siano proprio le disposizioni di legge di un Governo eletto anche per la svolta anti immigrazionista sbandierata in campagna elettorale e mai veramente attuata. Questa volta i fatti di cronaca arrivano da ben 23 provincie italiane lungo tutto lo Stivale e a comunicarlo è la Polizia di Stato che ha condotto le indagini per far luce su un giro d’affari finalizzato a favorire l’ingresso di irregolari.

Il decreto flussi non ferma l’immigrazione clandestina

Il sistema ideato e posto in essere partiva dalla creazione di documenti e contratti falsi per, innanzitutto, accedere alle quote previste dal “decreto flussi”. Già proprio quello recentemente sbandierato come un ulteriore conquista di questo governo che procede a colpi di decreti leggi. Nella nota della Polizia si apprende che è stata messa su una rete di organizzazioni criminali, con la connivenza di datori di lavoro senza scrupoli, in grado di favorire l’ingresso di stranieri irregolari sul territorio italiano. Nella fattispecie a Caltanissetta da cui arriva la comunicazione stampa: “L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile si è concentrata sulle domande di ingresso in Italia per le quali erano state riscontrate anomalie in relazione ai domicili indicati per gli stranieri ed in relazione all’effettiva capacità reddituale delle imprese richiedenti i lavoratori” – è spiegato nella nota a firma delle forze dell’ordine.

La maxi operazione contro lo sfruttamento dell’immigrazione

Nel corso delle operazioni, effettuate anche con l’ausilio dei poliziotti dei Commissariati di P.S. di Gela e Niscemi, sono state controllate complessivamente 15 abitazioni e identificati 22 extracomunitari e 20 italiani. In un’abitazione di Gela sono stati rintracciati due extracomunitari irregolari rimpatriati a mezzo di volo charter, a seguito di provvedimento di espulsione emesso dalla locale Prefettura. All’esito dei controlli, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, 2 soggetti, un datore di lavoro e un cittadino straniero regolare. In particolare, il datore di lavoro, titolare di ditta individuale per la coltivazione di ortaggi, poiché avrebbe indicato come sistemazione alloggiativa, ricadente nel comune di Niscemi, locali inidonei in quanto già abitati, in forza di regolare titolo, da altri soggetti. Lo straniero perché avrebbe richiesto il pagamento di somme di denaro a un suo connazionale in cambio della documentazione necessaria all’ottenimento del visto di ingresso in Italia”.

Un’invasione legalizzata

Dunque facile comprendere come le disposizioni di legge così concepite mostrano più di una falla e “aiutano” il proliferare di un business che qualcuno, a ragione, ha definito più redditizio di quello della droga. Intanto nel sistema della sicurezza in Italia bisogna procedere senza se e senza ma con la remigrazione; nel mondo del lavoro con autentici interventi che evitino lo schiavismo 3.0 riportando dignità e giuste remunerazioni perché non esistono lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma esistono stipendi inaccettabili.

Emanuela Volcan

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