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Myanmar: la strategia del terrore del regime birmano contro i civili

by Filippo Castaldini
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Myanmar

Roma, 16 lug – Un monastero buddista trasformato in rifugio per sfollati è stato bombardato alle prime luci dell’alba dell’11 luglio 2025. L’attacco, condotto dall’aviazione della giunta militare birmana, ha colpito il villaggio di Lin Ta Lu, nella regione nord-occidentale di Sagaing, provocando almeno 30 morti, tra cui 4 bambini, e decine di feriti. Un ennesimo episodio in una lunga serie di attacchi aerei deliberatamente diretti contro obiettivi civili.

Myanmar: il regime del terrore

Il monastero ospitava circa 150 persone, tutte fuggite da altri villaggi colpiti nei giorni precedenti. Nessuna base militare, nessun obiettivo strategico: solo famiglie in cerca di riparo. Dal colpo di Stato del febbraio 2021, l’aviazione del regime ha intensificato il suo uso indiscriminato della forza. Secondo l’Ufficio ONU per i Diritti Umani (OHCHR), i raid aerei sono oggi la principale causa di morte tra i civili. Tra il 2021 e il 2024 si contano oltre 6.000 civili uccisi, con più di 3,5 milioni di sfollati interni. L’anno peggiore è stato il 2024, ma l’escalation del 2025 fa temere un bilancio ancora più tragico. Gli attacchi non risparmiano scuole, monasteri, ospedali. Solo tra aprile e luglio di quest’anno sono stati documentati oltre 80 bombardamenti aerei in 51 municipalità, in particolare nelle regioni di SagaingMagwayKachin e Kayah. Una strategia sistematica che colpisce le infrastrutture civili per fiaccare la resistenza e terrorizzare la popolazione.

Russia e Cina riforniscono di armi la giunta

Dietro i bombardamenti non ci sono solo i generali di Naypyidaw. La macchina bellica birmana è alimentata da una fitta rete di forniture internazionali. Secondo il relatore speciale delle Nazioni Unite Tom Andrews, Russia e Cina sono i principali fornitori di armamenti alla giunta:

  • La Russia ha venduto jet MiG‑29, elicotteri Mi‑35P e aerei d’attacco Yak‑130, per un valore di oltre 400 milioni di dollari. Questi velivoli sono stati usati direttamente in attacchi come quello di Pazigyi (2023), dove morirono oltre 160 civili, o quello più recente di Depayin (maggio 2025), dove un raid su una scuola uccise 22 bambini.
  • La Cina ha fornito droni, munizioni e jet leggeri K‑8, oltre a tecnologie dual-use per il supporto logistico. Anche l’industria statale AVIC, partner di Airbus, è coinvolta nel supporto indiretto agli attacchi aerei.

Il 25 aprile 2025, un’indagine Reuters ha rivelato che, nonostante una dichiarazione di “cessate il fuoco” dopo un terremoto, i bombardamenti sono aumentati, raggiungendo una media di quasi 10 attacchi al giorno in appena due settimane. Le organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, parlano ormai esplicitamente di crimini di guerra. L’uso sistematico della forza aerea contro rifugiati, studenti, civili non armati e luoghi di culto viola apertamente le Convenzioni di Ginevra e il diritto internazionale umanitario. Ciononostante, la giunta militare continua a ricevere armi e supporto tecnico. Le sanzioni esistenti non hanno fermato il flusso di carburante per aerei, pezzi di ricambio e tecnologia bellica.

La guerra silenziosa del Myanmar

Mentre gli occhi del mondo sono puntati su altri fronti, in Myanmar si consuma una guerra silenziosa, fatta di raid notturni, villaggi dati alle fiamme, e bambini uccisi nel sonno. La comunità internazionale, paralizzata dalla geopolitica, osserva inerte. Solid ODV continuerà a raccontare la verità dal fronte, dando voce a chi non ha più voce. In Myanmar, oggi, la speranza è sotto le bombe. Ma la resistenza identitaria continua.

Filippo Castaldini

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