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“Città gemellata con Gaza”: l’azione simbolica di CPI in tutta Italia

by La Redazione
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Gaza

Roma, 14 ago – “Città gemellata con Gaza”. È questa la scritta comparsa nella notte in numerose città italiane, su cartelli affissi dai militanti di CasaPound Italia. Un’azione dal forte valore simbolico, rivendicata dal movimento come gesto di rottura rispetto al silenzio e all’indifferenza che avvolgono la Striscia.

Città gemellata con Gaza

Nessun gemellaggio reale, nessuna delibera ufficiale. Proprio qui sta la forza dell’iniziativa: imporre un’immagine spiazzante, che ribalta la narrazione dominante e costringe a guardare dove si vorrebbe distogliere lo sguardo. Un messaggio diretto, privo di mediazioni, che punta a riportare Gaza al centro del discorso pubblico oltre una retorica antagonista che fa scivolare l’argomento in una malsana polarizzazione. “In un’epoca di geopolitica da tastiera e hashtag usa e getta – spiegano da CasaPound – abbiamo scelto la maniera più essenziale per affermare una verità scomoda: Gaza esiste. E non può essere ignorata da chi si ostina a guardare altrove”. L’iniziativa si colloca nel solco di altre campagne del movimento dedicate alla causa palestinese, in aperta critica alla linea filoisraeliana che giustifica il massacro a Gaza come “lotta al terrorismo” e alla gestione mediatica del conflitto in Medio Oriente. Un’operazione di “controinformazione visiva” che mira a rompere la patina di assuefazione costruita da anni di propaganda e di bombardamento selettivo delle notizie.

Palestina non vuoldire terrorismo

In fondo, iniziative come questa parlano più alla coscienza che alla cronaca. Si “straparla” di Palestina senza mai avvicinarsi a un quadro risolutivo, perché l’Occidente vive prigioniero della propria narrazione sulla “lotta al terrorismo”. Una narrazione che, dal 2001 in poi, si è trasformata in una prassi che ha finito per rovesciare i governi laici del Medio Oriente – dalla Siria all’Afghanistan – consegnando interi Paesi proprio a quelle milizie fondamentaliste che si diceva di voler combattere. Difendere la Palestina non significa difendere il terrorismo; spesso è vero il contrario. È l’espansione imperialista e permanente di Israele, con il suo carico di occupazioni, assedi e umiliazioni, a generare quel fondamentalismo che poi viene brandito come giustificazione per nuove guerre di occupazione. Portare il nome di Gaza nei nostri spazi urbani significa incrinare, anche solo per un istante, la narrazione unica che accompagna ogni offensiva israeliana.

Vincenzo Monti

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