La crescita del gioco online negli Stati Uniti sta generando numeri impressionanti, ma il quadro che emerge dalle analisi più recenti non è privo di contraddizioni. L’espansione dei mercati regolati ha portato a un aumento dei volumi di gioco, a entrate fiscali in crescita e a un’offerta sempre più capillare di casinò digitali, scommesse sportive e poker online. Tuttavia, la diffusione di operatori autorizzati non ha intaccato in modo significativo la presenza del mercato illegale, che continua a rappresentare la parte preponderante del settore.
Nel 2024, il valore complessivo del comparto online ha raggiunto 90,1 miliardi di dollari, ma la quota maggiore, pari a 67,1 miliardi, resta nelle mani delle piattaforme non autorizzate. Si tratta del 74% del totale, una percentuale che racconta meglio di qualsiasi altra statistica quanto il problema sia radicato. Ancora più preoccupante è la velocità della crescita: mentre il settore legale è salito del 36% su base annua, quello clandestino ha registrato un incremento del 64%, confermando una capacità di adattamento e di attrazione molto più rapida.
Numeri in aumento ma sicurezza ridotta
La presenza degli operatori legali promossi anche su 22bet Scommesse ha sicuramente ampliato la disponibilità di servizi e migliorato alcuni standard di trasparenza, ma non ha eliminato i rischi collegati al gioco incontrollato. Gli Stati con un numero maggiore di piattaforme autorizzate sono anche quelli che presentano il più alto fatturato lordo pro capite in percentuale sul reddito, segno che l’offerta abbondante alimenta una spesa crescente da parte dei cittadini. Questa dinamica porta con sé il paradosso di una legalizzazione che aumenta le entrate e allo stesso tempo accresce l’esposizione economica delle famiglie.
Il mercato illegale, dal canto suo, continua a sfruttare le aree grigie generate dalla frammentazione normativa americana. L’assenza di una legge federale uniforme permette alle piattaforme clandestine di intercettare facilmente i giocatori, spesso con promesse di bonus più alti, procedure di iscrizione semplificate e assenza di limiti imposti dalle normative locali. Il risultato è un sistema in cui l’utente medio si trova circondato da un’offerta enorme, ma senza strumenti efficaci per distinguere con chiarezza i canali autorizzati da quelli non regolamentati.
In questo contesto, la tutela del consumatore resta fragile. Chi sceglie siti non riconosciuti si espone a rischi concreti: assenza di protezione dei dati, possibilità di frodi finanziarie e mancanza di sistemi di prevenzione della dipendenza. L’espansione legale, pur avendo creato opportunità economiche, non ha ridotto la vulnerabilità di una larga parte dei giocatori.
Il confronto con l’Europa e le sfide future
Guardando all’Europa, e in particolare all’Italia, il quadro si presenta differente. Qui il settore è costruito attorno a un ente regolatore unico e riconosciuto, che impone agli operatori regole severe, controlla i flussi finanziari e aggiorna costantemente le blacklist dei siti illegali. Ciò non significa che il problema sia del tutto risolto, ma la quota del mercato clandestino resta significativamente più contenuta rispetto agli Stati Uniti. La presenza di un sistema centralizzato consente infatti di mantenere una netta distinzione tra legalità e illegalità, garantendo agli utenti maggiori strumenti di riconoscimento e di difesa.
Per gli Stati Uniti, la sfida principale sarà quella di andare oltre la semplice apertura del mercato. Legalizzare senza rafforzare i controlli rischia di alimentare un’illusione di sicurezza che non corrisponde alla realtà. Un settore che vale decine di miliardi non può essere lasciato in balia di piattaforme clandestine che si muovono con mezzi più veloci e meno vincolati. Serviranno strategie coordinate, un approccio federale uniforme e campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, affinché la crescita del comparto legale non coincida con l’espansione, ancora più rapida, dell’illegalità.