Home » Obiettivo: spianare Gaza City. Israele lancia l’assalto finale

Obiettivo: spianare Gaza City. Israele lancia l’assalto finale

by Sergio Filacchioni
0 commento
Gaza

Roma, 22 ago – In Medio Oriente le ore scorrono decisive. Hamas ha accettato la nuova proposta di tregua elaborata da Egitto e Qatar: sessanta giorni di cessate il fuoco, la liberazione di circa metà degli ostaggi ancora vivi e la consegna dei corpi dei morti, in cambio del rilascio di 150 prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane. Una soluzione parziale, già bollata da Tel Aviv come inaccettabile, perché Netanyahu insiste su una condizione irrealistica: il rilascio immediato di tutti i cinquanta ostaggi. Dietro questa rigidità c’è però un calcolo politico: non salvare vite, ma consolidare il progetto di ri-occupazione totale della Striscia.

Obiettivo: spianare Gaza City

Gli ostaggi restano il centro simbolico della guerra. Hamas non può liberarli tutti insieme senza condannarsi alla resa, Israele li utilizza come giustificazione per continuare le operazioni militari. Domenica, un milione di israeliani è sceso in piazza per chiedere un cessate il fuoco: un segnale di spaccatura interna, ma che non incrina il sostegno maggioritario all’IDF. Per Netanyahu, il destino dei prigionieri è sacrificabile: il vero obiettivo è spianare Gaza City e rendere irreversibile la nuova colonizzazione dell’enclave. L’offensiva è già in marcia. 130mila riservisti richiamati a ondate tra settembre e la primavera 2026, fondi straordinari al bilancio della difesa e truppe già entrate nella periferia di Gaza City. Il ministro Katz ha parlato chiaro: “Se Hamas non consegna tutti gli ostaggi e non depone le armi, Gaza diventerà come Rafah e Beit Hanoun”. Una minaccia che traduce la strategia israeliana: radere al suolo i centri urbani per renderli inabitabili e sostituirli con un controllo militare permanente.

Dividere in due la Cisgiordania

Parallelamente, il governo ha approvato il piano di insediamenti “E1”: la costruzione di nuove colonie nel corridoio tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim. Un progetto definito “storico” da Smotrich, che di fatto divide in due la Cisgiordania e rende impraticabile qualsiasi prospettiva di Stato palestinese unitario. L’Italia, insieme ad altri venti Paesi, ha condannato la decisione come contraria al diritto internazionale. Ma Israele non arretra: mentre annuncia la disponibilità a trattare sugli ostaggi, procede sul terreno per blindare l’occupazione. Contestualmente Netanyahu è sempre più isolato. Francia e Australia hanno annunciato che a settembre riconosceranno ufficialmente la Palestina. Le reazioni israeliane sono state di fuoco: Macron accusato di alimentare l’antisemitismo, Albanese insultato come “traditore degli ebrei australiani”. Ma le crepe si moltiplicano: l’Europa, pur divisa, si muove; gli Usa restano tiepidi; i Paesi arabi continuano a mediare. La pressione internazionale si fa pesante, eppure Tel Aviv rilancia con l’unico linguaggio che conosce: forza bruta.

Le ultime ore di Gaza

Che la guerra a Gaza non sia più soltanto un conflitto locale è ormai palese: è la cartina di tornasole della ridefinizione degli equilibri mediorientali. Israele punta a blindare la propria egemonia territoriale, isolandosi da un Occidente che, lentamente ma con crescente decisione, condanna l’operato sionista senza però compiere alcun atto concreto per fermarlo. Quanto al mondo arabo sunnita, inutile evocarlo come fattore di unità: la causa palestinese non è più cemento, ma moneta di scambio sacrificata sugli altari degli accordi con Tel Aviv. Da oltre due anni le “ultime ore di Gaza” si trascinano nell’illusione che il problema sia Hamas e i suoi uomini. La realtà è più cruda: la Striscia non vedrà né pace né tregua, ma solo la prosecuzione di una guerra di logoramento che si trasforma giorno dopo giorno in occupazione permanente.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati