Roma, 21 ott – Quando a metà degli anni ‘20 del secolo scorso Benito Mussolini (ri)fondò – a seguito di una rovinosa frana – l’abitato di Predappio, il “nuovo” paese natìo del Duce venne progettato come centro d’avanguardia. Un modello al quale si sarebbero poi ispirate le altre città di fondazione. Così per sviluppare l’economia della nota località romagnola, il capo del governo spinse con il conte Giovanni Battista Caproni affinché l’omonimo gruppo industriale – tra le altre cose, pioniere della progettazione aeronautica in Italia – vi aprisse un nuovo stabilimento.
Lo Stabilimento Aeronautico Caproni
Utilizzando due costruzioni già esistenti, nel 1933 iniziarono i lavori di costruzione della fabbrica. I seicento dipendenti del ‘35, diventarono circa millequattrocento nel giro di una mezza dozzina di anni. A questi ne vanno aggiunti altri duecento del vicino aeroporto di Forlì (allora a livello militare il più grande su scala nazionale). Ovvero dove si assemblava la produzione, esclusiva predappiese, del Ca.164, un biplano da addestramento.
Su suggerimento dello stesso Mussolini il complesso si dotò anche di un sistema di tunnel sotterranei. Utilizzati come deposito e – successivamente, con l’arrivo del fronte – rifugio antiaereo. Lo stabilimento Caproni fu quindi chiuso definitivamente nel secondo dopoguerra: versa oggi in condizioni di grave abbandono (tra le rovine, una M ancora campeggia, quasi a voler vincere il corso del tempo).
Predappio, una galleria unica al mondo
Nel 2006 il demanio militare ha dato in concessione parte dell’ex stabilimento Caproni. Nello specifico si tratta proprio delle gallerie: restaurate e risanate in senso conservativo dal 2008 in uno dei due tunnel si studiano fenomeni di aerodinamica e fluidodinamica.
Particolarmente importante è il progetto Ciclope – acronimo di Centre for International Cooperation in Long Pipe Experiments. Laboratorio di ricerca unico al mondo, grazie alle singolari caratteristiche di questa galleria del vento, il Ciri (Centro Interdipartimentale per la Ricerca Industriale) Aerospace dell’Alma Mater Studiorum di Bologna può concentrarsi in maniera tecnologicamente avanzata su tutto ciò che riguarda il complesso fenomeno fisico della turbolenza. Ovvero, il moto caotico e difficilmente prevedibile che caratterizza flussi di aria e di acqua.
La messa a terra degli studi
La messa a terra degli studi servirà quindi per migliorare l’efficienza dei grandi mezzi di trasporto – come treni e, appunto, aerei – prevedere in maniera sempre più puntuale avvenimenti atmosferici e climatici. E, in una certa misura, approcciarsi in una maniera sempre più realistica a tutti quei processi che vanno a formare le varie galassie.
Proprio nella prima metà del ‘900 il gruppo Caproni riuscì a diversificare, dal campo nautico a quello delle vetture, la propria produzione. In tal senso arrivarono le acquisizioni della casa automobilistica Isotta Fraschini e, tramite l’Iri, delle Officine Meccaniche Reggiane. Il settore aeronautico restava però un comparto d’avanguardia. Così come lo sono oggi gli studi del progetto Ciclope: potrebbe essere solo un caso ma, come al riparo dall’aria stantia che caratterizza la politica odierna, in quei 130 metri sotterranei la spinta modernizzatrice che ha caratterizzato quel determinato periodo storico sembra non essersi ancora esaurita.
Marco Battistini