Roma, 13 nov – Nel Regno Unito, la mattanza delle donne bianche perpetrata dagli immigrati e dai cosiddetti nuovi britannici è ormai diventata una consuetudine. “Unprovoked attack” sono stati definiti dalle autorità britanniche che, questa volta, non sono riuscite a nascondere sotto al tappeto del politicamente corretto questi feroci omicidi, a differenza di quanto successo per tre decenni con le grooming gang di pakistani.
Rhiannon uccisa dalla furia del richiedente asilo sudanese
Nell’ottobre del 2024, mentre si recava in una stazione ferroviaria di Walsall, la 27enne Rhiannon Skye Whyte venne uccisa con almeno 23 colpi di cacciavite, 19 alla testa, dal richiedente asilo sudanese Deng Chol Majek di 19 anni, il quale era arrivato nel Regno Unito tre mesi prima. Majek aveva affermato di aver precedentemente trascorso del tempo in Libia, di essere sbarcato in Italia per poi dirigersi verso la Germania. La giovane donna era stata notata dall’assassino mentre lavorava in un albergo adibito a centro d’accoglienza dove Majek era stato collocato.
La sequenza del video è agghiacciante: il sudanese adocchia Rhiannon mentre lavora al bar, fissandola in modo inquietante nascosto da un cappuccio, poi la segue in un piazzale buio e deserto e, infine, si avventa con un cacciavite sul corpo della vittima. “Sta festeggiando, il suo umore è cambiato, da quel broncio prolungato prima dell’omicidio a balli e gioia dopo l’omicidio. È completamente insensibile”, ha affermato in aula il procuratore Michelle Heeley. Diversi testimoni, infatti, hanno raccontato di aver visto Majek intento a ballare festante nel parcheggio dell’albergo dopo aver notato i veicoli di emergenza che si stavano dirigendo verso il luogo del delitto. La donna morirà in ospedale dopo tre giorni di agonia, lasciando un figlio di 6 anni, mentre Deng Chol Majek è già stato ritenuto colpevole di omicidio e si attende la quantificazione della condanna per la metà dicembre.

Stephanie uccisa dalla ferocia di Adedapo Adegbola
A Mapperley, nel Nottinghamshire, il 21 ottobre scorso, il corpo senza vita della 23enne Stephanie Irons, studentessa di psicologia clinica alla Trent University, è stato ritrovato nella sua abitazione. “Aveva compassione per gli altri e vedeva sempre il buono in ognuno”, aveva dichiarato la famiglia della ragazza. Per questo efferato delitto, è stato arrestato il cittadino britannico nero Adedapo Adegbola di 40 anni, il quale avrebbe conosciuto la vittima. Con l’accusa di favoreggiamento, è stata arrestata anche una donna sulla quarantina, la quale è stata poi rilasciata su cauzione. Non sono state rese note ulteriori informazioni sulle modalità dell’omicidio.

Gran Bretagna, Lily ammazzata per strada da uno sconosciuto
Solo frammentarie notizie sono state diffuse dalle autorità britanniche sull’omicidio avvenuto il 5 novembre scorso a Oldbury. È stato reso noto che la 19enne Lily Whitehouse è stata accoltellata gravemente in Park Street alle 21:50 e che, nonostante gli sforzi dei paramedici, è stata poi dichiarata morta in quel luogo. Per tale delitto, è stato arrestato il 41enne Mohammed Azim, il quale ora è sottoposto a custodia cautelare in carcere.

Katie uccisa da un cittadino britannico nero
Lo scorso 7 novembre alle 21, a una fermata dell’autobus a Birmingham, la 34enne Katie Fox è stata uccisa con una pugnalata al collo senza alcun movente dal 21enne cittadino britannico nero Djeison Rafael. La polizia del West Midlands ha informato la popolazione dell’accaduto, chiedendo la collaborazione per le indagini, ma non ha diffuso alcuna immagine dell’uomo arrestato. Solo un grottesco elenco di ciò che indossava l’assassino: “una tuta grigia, un cappello nero, scarpe da ginnastica e uno zaino”. Dopo essere stato arrestato, Djeison Rafael è stato inoltre accusato di altri due capi d’imputazione per lesioni personali, avvenute lo stesso giorno dell’omicidio di Katie Fox e il 27 ottobre precedente.

Ciò che sta succedendo nel Regno Unito è il futuro prossimo dell’Italia
Dall’inizio del 2025, quasi una donna su tre è stata uccisa da stranieri, i quali rappresentano il 9 per cento della popolazione residente in Italia. Ciò ci porta a tendere lo sguardo verso quello che sta succedendo nel Regno Unito. Un Paese con un’immigrazione più datata, dove giovani donne vengono uccise per strada da immigrati e britannici neri senza alcun movente, solo per spietata violenza.
Se la nostra Nazione non bloccherà l’immigrazione irregolare e non attuerà la remigrazione di clandestini e immigrati criminale, il nostro destino è segnato. Non esiste integrazione per culture non assimilabili con una spropositata propensione ai delitti violenti. Sebbene le statistiche confermino queste tendenze emergenziali, c’è chi afferma che sia urgente “smantellare la bianchezza”. Come Antonella Bundu, candidata presidente italo-sierraleonese alle scorse elezioni regionali in Toscana con la lista “Toscana rossa”. A tale corbelleria, ha fatto eco Marwa Mahmoud, assessore italo-egiziana all’Istruzione del Comune di Reggio Emilia. Durante la presentazione del Dossier statistico immigrazione 2025, ha affermato che è necessario “decolonizzare lo sguardo” nelle scuole.

Per tornare a essere una civiltà propriamente detta, l’Italia e l’intera Europa dovrebbero uscire dalla trappola ideologica dell’antirazzismo che viene usata come arma di sottomissione. Non è questione di razzismo ma di sopravvivenza dei popoli autoctoni.
Francesca Totolo