
L’azione più precisamente si è svolta in via Franco Bolognese. Secondo quanto riportato da un testimone “sette-otto persone con i giubbotti scuri, cappelli, sciarpe alzate sul viso, hanno rincorso un gruppo di spacciatori e li hanno picchiati”. Soprattutto durante la notte il quartiere, e in particolare via Bolognese, è vessato da continue liti. Anche se a quanto si apprende è la prima volta che un’azione del genere, di italiani che intervengono direttamente contro spacciatori africani, viene condotta. Il procuratore di Bologna, Valter Giovannini, ha ovviamente condannato il gesto e aperto un’indagine “non è tollerabile la giustizia fai da te. Piuttosto chi può li fotografi mentre spacciano, da distanza di sicurezza, e invii le foto alle forze dell’ordine o alla Procura: in questo modo si può veramente aiutare chi deve fare le indagini“.
Senza dubbio non è ammissibile, dal punto di vista dello Stato, la giustizia fai da te, ma è anche vero che questo tipo di prescrizioni, “inviare le foto alle forze dell’ordine”, ricordano per efficacia quelle che il sindaco di Colonia ha prescritto per le donne della città dopo gli stupri di massa ad opera degli immigrati “teneteli ad un metro di distanza e chiamate la polizia”. Il problema esiste e se da una parte una certa linea politicamente corretta impone di condannare chi si fa giustizia da solo, dall’altra è impossibile non sottolineare come l’assenza dello Stato in certe periferie delle nostre città sia ormai insostenibile, generando un’esasperazione nei cittadini che è davvero difficile condannare.
1 commento
Il problema è che comunque si avvertissero le forze dell’ordine, dopo due giorni quegli individui sarebbero allo stesso posto a spacciare. Ma perchè invece di arrestarli e metterli in carcere a nostre spese non li riportiamo al paese d’origine senza modo di poter ritornare (legalmente) in Italia??