
Storace è in seconda posizione in quanto probabilmente più gradito ad un eventuale elettorato “salviniano”, senza contare che nella dirigenza romana di Noi con Salvini c’è anche l’ex amico Fabio Sabbatani Schiuma che chissà, magari potrebbe spingere per un appoggio all’ex presidente della Regione Lazio. Irene Pivetti sembra più che altro una boutade, Fabio Rampelli sta lì per non umiliare eccessivamente Fratelli d’Italia mentre Bertolaso deve solo fare la parte dell’agnello sacrificale. In tutto questo non c’è nemmeno un candidato interno ad Ncs, nonostante tempo fa Salvini avesse lanciato il nome di Souad Sbai, l’ex deputata marocchina del Pdl ora alla corte del segretario del Carroccio. Tra le assenze pesanti anche quella di Simone Di Stefano di CasaPound, che aveva parlato dal palco della manifestazione di piazza del Popolo di un anno fa e con il quale sembrava esserci una progettualità comune. ” È strano, il mio nome sulla scheda delle “primarie” di Noi Con Salvini non c’è”, ha commentato Di Stefano, “invece c’è quello del super costruttore amico di D’Alema che stava per correre alle primarie del PD, Alfio Marchini. Che poi guardacaso era la prima scelta di Silvio Berlusconi. Non partecipo a queste finte ‘primarie’ e non partecipate neanche voi per favore. Scrivere il mio nome nella casella ‘altro’ vuol dire che siete disposti a farvi prendere per il culo da questo circo. Io non sono più disposto”.
Parole dure che sanno di rottura. Del resto dalla manifestazione dell’8 novembre scorso a Bologna in poi, Salvini ha abbandonato una linea politica “populista” e “lepenista” per riposizionarsi negli schemi del vecchio centrodestra. Vecchie alleanze che in ogni caso sembrano tutto tranne che solide, come dimostra la rottura con la Meloni su Roma (e non solo) e le difficoltà nel rapporto con Berlusconi. Alla Meloni viene rimproverato di non essersi messa in gioco in prima persona, cosa che avrebbe obbligato tutti gli alleati a sostenerla. Ha giocato a decidere tuto lei, dai veti su Marchini alle proposte alla Dalla Chiesa e ora si ritrova ad appoggiare quasi da sola un candidato perdente e inadeguato come Bertolaso. Quello che traspare in termini generali è che a Salvini queste elezioni amministrative non è che gli freghi più di tanto, anche l’appoggio al moderato e tecnico Parisi, amico di Alfano, a Milano, lo dimostra. E così a Roma si potrà con buona probabilità appoggiare Marchini, e poco importa se si tratta di una sorta di Renzi romano amico dei poteri forti: se è l’unico disposto a mettere dei soldi nella campagna elettorale e ha il placet di Saltamartini e a Centinaio va più che bene. E’ vero che gli elettori hanno la memoria corta, ma la mancanza di coragio politico di oggi potrebbe essere scontata domani, quando dal prossimo autunno Salvini preparerà la campagna elettorale per le Politiche (con la speranza che vengano anticipate al 2017) e ricomincerà a fare l’anti europeista barricadero.
Davide Romano
2 comments
Salvini era imbarazzante anche prima di queste primarie. È un vecchio furbacchione della politica di palazzo travestito da non si sa cosa.
ma come mai dopo che avete fatto eleggere Borghezio, e avete fatto da aprispista a Ncs a Roma e un po’ per tutto il sud vi hanno silurato?