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La politica italiana fa la voce grossa coi turchi. Ma solo se sono tifosi

by Giuliano Lebelli
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turchiaRoma, 26 feb – Finalmente parole dure della politica italiana contro la Turchia. Per le ambiguità di Ankara nei rapporti con il terrorismo? Per i sospetti più che fondati che la famiglia Erdogan sia in affari con l’Isis? Per il decisivo contributo turco alla destabilizzazione politica e militare della Siria? Per Il sostegno attivo al traffico di migranti, per di più fatto con i milioni gentilmente donati dalla Ue? No, macché, questo va tutto bene.

Anzi, qualche giorno fa il ministro degli Esteri Gentiloni ha ribadito che “l’Italia ha sempre appoggiato il percorso di avvicinamento della Turchia all’Ue”. Gli unici turchi su cui la politica italiana alza la voce sono… i tifosi del Galatasaray. Ieri i supporter della squadra di Istanbul erano a Roma, per il match di Europa League con la Lazio. Non è mancato qualche tafferuglio e qualche bombone, ma in linea di massima nulla di paragonabile a incidenti ben più seri legati a partite di calcio che Roma ha visto anche in un passato recente. Eppure le scorribande dei tifosi turchi hanno agitato la nostra classe politica più del terrorismo di cui Erdogan è apertamente complice.

Stefano Pedica, che appartiene allo stesso partito di Gentiloni, cioè il Pd, ha commentato: “Il comportamento dei tifosi del Galatasaray è inaccettabile”. Ma l’indgnazione è bipartisan: Giorgia Meloni, ha postato una foto scattata nel pomeriggio in piazza del Popolo segnalando il raduno di tifosi del Galatasary che “lanciano bombe carta. Ministro Alfano, aspettiamo che finisca come a piazza di Spagna con i tifosi del Feyenoord o facciamo qualcosa? Basta comandare a casa nostra”. Alessandro Di Battista, deputato M5s, tuona: “Questo è piazzale Flaminio. In questa piazza c’è la Porta del Popolo, ovvero una porta delle Mura aureliane di Roma. La porta di accesso nord al centro storico della Capitale. Oggi è stata invasa dai tifosi turchi del Galatasaray – ha scritto sulla sua pagina Facebook – Questa è Roma. Chiunque sa che può stuprarla. Oggi tutti si indignano ma domani Alfano sarà sempre il ministro degli interni del governo Renzi”. Insomma, i bomboni fanno più rumore delle bombe, quelle vere, che cadono sulla testa dei siriani grazie ad altri turchi. Quelli che vorremmo nell’Ue.

Giuliano Lebelli

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