
Ora, per dirla tutta, va ricordato che lo stesso Dc-9 Itavia, che a questo punto viaggia con il MiG clandestino sotto di se, incrocia in volo il “collega” I-TIGA Bergamo-Roma, codice trasponder 1133, che vola nella stessa direzione di I-TIGI Bologna Palermo, codice trasponder 1136, e non risulta che i piloti, sebbene a distanza visiva, abbiano segnalato alcun che attaccato sotto al DC-9 di Ustica. Distrazione? Oppure ogni pilota di linea dell’epoca sapeva, accettava e cooperava con l’accordo segreto Italia Libia per il transito degli aerei? Il film fissa le immagini e sentenzia, l’aereo clandestino c’era ed era sotto al Dc-9. Ad un certo punto la trama sembra virare, finalmente, verso quella che ad oggi ci appare come la tesi più accettabile e comincia a indagare e spiegare la vicenda del MiG libico precipitato sui monti della Sila nella cosiddetta gola di Timpa delle Megere, ad onor del vero non si pone alcun dubbio sul fatto che il MiG abbattuto fosse coinvolto nella vicenda Ustica -ed era ora – ma quando sembra essere arrivati al punto in cui una buona, anzi ottima, occasione di raccontare la verità può trovare il suo compimento, il castello di carte cade e inizia la discesa vorticosa verso il caos, la confusione, il complotto mozzo, senza capo ne coda, una tesi sterile, sciocca, neanche smontabile, irricevibile. Infatti proprio quando entra in ballo il fattore chiave di tutte e due le vicende cioè quella legata agli abbattimenti dei due velivoli (Dc-9 e MiG), quando si comincia a parlare di missili e di operazioni militari nei cieli di Ustica tutto si deteriora fino ad arrivare a riproporre la tesi incredibilmente banale della collisione in aria. Cioè ad affermare, anzi a riprodurre cinematograficamente, che un caccia Usa si sia accidentalmente schiantato in volo con un aereo di linea per inseguire, come in un gioco, il MiG intruso. Dalle perizie, sia quelle di parte civile sia quelle della compagnia Itavia, si evince chiaramente che a colpire il DC-9 quella giornata d’estate fu un missile, né un cedimento strutturale, né la ridicola bomba al bagno, ma un missile. E se c’è un missile ci deve essere un aereo che lo spara e quindi anche un bersaglio. Di sicuro c’è che quel Dc-9 sì è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato o meglio quella guerra aerea si è combattuta nel posto sbagliato. Un combattimento forse, o un attacco mirato tra aerei militari, che in un modo o nell’altro ha creato la situazione tragica per cui ad un certo punto, un missile a guida radar, con caratteristiche di dimensioni, potenziale esplosivo ed efficacia che sono riconducibili ad un solo missile di fabbricazione sovietica, sia sparato verso un bersaglio.
Il perito di parte civile Ing. Di Stefano afferma che: “All’epoca l’unico missile che assommasse le caratteristiche necessarie (classe più piccola, guida radar SARH e portata) era il sovietico AA2-2 Advanced Atoll SARH. Questo missile fa sistema d’arma con il velivolo Mig 23 MF (versione Export), che è dotato di radar Jay Bird (codice NATO), e i cui dati in letteratura indicano una portata di 29 Km in ricerca e 19 Km in tiro (Bill Gunston, “The Mig 23”, Ed Osprey). Questo era il dato di cui ero in possesso nel 1990. In realtà ormai se ne può sapere molto di più: il radar montato sul MIG23 MF è lo Sapfir-23E (denominazione russa dello Jay Bird), che è poi a sua volta lo Sapfir-23D con piccole differenze. La portata in “ricerca” è indicata in 55 Km per un bersaglio delle dimensioni del Tupolev 16 (un bombardiere medio, quindi paragonabile per dimensioni al DC9) e di 45 per un bersaglio delle dimensioni del Mig21 (quindi un piccolo caccia, uno dei più piccoli in servizio al mondo). La portata in “tiro” è invece indicata in 35Km. Quindi, come si vede, prestazioni ancora maggiori rispetto a quelle che riportava nel ’90 la letteratura specializzata e del tutto congruenti con le posizioni e distanze che abbiamo esaminato. Potete verificare alla pagina del MIG Design Boreau dedicata al radar Sapfir. E’ il sito della Mikoyan-Gurevich, I Mig li fanno loro, e quindi si presuppone che i dati riportati siano corretti. Poiché la portata di un missile a guida radar varia sostanzialmente con la portata del radar che lo guida, potremo dire che nella posizione reciproca fra i velivoli la capacità d’offesa di questo sistema d’arma sia operativa. Quindi a parer mio il sistema d’arma colpevole dell’abbattimento è questo.”

Però peccato.
Alberto Palladino
