
Inoltre, tra queste mura, a parte artisti come Andrea Pisano, insigne scultore e architetto del Trecento, sono nati uomini politici di discreto rilievo: Giovanni Gronchi, sottosegretario all’Industria del primo governo Mussolini, democristiano non troppo inquinato e presidente della Repubblica dotato di un certo temperamento ; Lando Ferretti, fascistone, capo Ufficio Stampa del Duce e poi deputato del MSI; un altro Dc ancora e cioè il deputato Giovanni Togni, baffino cicciottello; infine, tanto per gradire, il parlamentare socialdemocratico Edgardo Lami Starnuti, Prima Repubblica d.o.c. Ma gli esercizi di ammirazione Pontedera se li merita per un altro motivo. E cioè perché ha allestito due mostre degne di figurare in una grande città e in rinomati spazi espositivi. Due rassegne per raccontare il Novecento, il “secolo breve” che non finisce mai. Di sicuro ce lo portiamo dietro e dentro, con ruggenti arrampicate al cielo tra sovraccarichi di idee, ideali e ideologie, frenetiche esplosioni creative dove provocazioni e paradossi tumultuosamente si abbracciano, inesausto, inesauribile tumulto di invenzioni, colori, immagini. Ecco: è come se i protagonisti dei primi trenta- quarant’anni del Ventesimo Secolo non ce la facessero a star dietro a un vorticoso di tutto-di più e ce la mettessero tutta per dar sfogo alla loro esaltazione vitale. Che è anche distruttiva, intendiamoci, ma, per parafrasare Ezra Pound, meglio gli “schianti” delle “lagne”.


Mario Bernardi Guardi