
La notizia è rimbalzata su alcuni quotidiani europei ma è sulla testata greca Hemphsia e su quella belga L’Echo che si scende dettagliatamente nei particolari di questa possibile operazione: piuttosto che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere ancora di più le buste paga, perché non andare a toccare i capitali “dormienti”?
Un’azione del genere, inutile dirlo, colpirebbe i soliti cittadini, senza distinzione di classe, che pagherebbero il prezzo della crisi del debito sovrano creata dalle autorità politiche/finanziarie incapaci di riuscire a creare un’area della moneta unica salutare. Questa proposta, ben nascosta nell’ultimo rapporto del Fmi, rischia di esacerbare i rapporti già particolarmente delicati tra il Fondo stesso e I governi Ue e la Bce, per non tacere di possibili tensioni sociali che si potrebbero tramutare in violente manifestazioni.
Il Fmi nel suo rapporto, quasi a voler giustificare un’azione del genere, fa presente che già in passato i contributi una tantum, come i prelievi coatti, sono stati ampiamente utilizzati in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale (vedi il caso della Germania) e in Giappone dopo la seconda guerra mondiale . Il report riconosce che le misure drastiche non ha avuto i risultati attesi e che non hanno portato ad una riduzione del debito pubblico (l’obiettivo iniziale). E sopratutto che il ritardo nell’attuazione hanno portato alla fuga di capitali e a un’elevata inflazione.
Oggi, si arriverebbe così ad un eventuale prelievo forzoso molto salato (10%) dei risparmi netti positivi dei nuclei familiari, cura necessaria, secondo il Fmi, per riportare il livello del debito pubblico a livelli pre-crisi (fine 2007). Nel documento vengono elencati anche i 15 paesi europei coinvolti, tra cui figura, manco a dirlo, anche l’Italia.
Degli analisti interpellati dal quotidiano L’Echo solo un’economista, Etienne de Callatay, trova qualche virtù nell’idea: “A prima vista, la proposta può sembrare perturbante, persino scioccante e scandalosa. Ma si tratta di un’alternativa alle altre misure preconizzate per uscire dalla crisi, come il ricorso all’inflazione”.
Una proposta che ha assieme dell’imbarazzante e dell’agghiacciante, aggiungiamo noi, perchè il Fmi, che non dimentichiamocelo è compagno della Bce e della Commissione europea in quel mostro a tre teste giornalisticamente definito Troika, è stato tra i principali attori che hanno strozzato un’intera nazione (la Grecia), mettendola in ginocchio, umiliandola e rendendo di fatto impossibile una qualsiasi ripresa economica.
Più che dar ragione a certe organizzazioni sovranazionali bisognerebbe non dargli tregua e smascherare ogni loro iniziativa sul nascere.
Giuseppe Maneggio