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Agli albori della Serie A: la primissima giornata del campionato unico

by La Redazione
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Tra le tante cose che l’Italia del ventunesimo secolo ha ereditato dall’innominabile esperienza politica della prima metà del ‘900 troviamo, come ben sappiamo, anche il campionato di calcio strutturato su un unico girone (con gare di andata e ritorno). L’odierna Serie A, quella che all’epoca si chiamava Divisione Nazionale A, disputò la prima giornata della sua ormai centenaria storia novantaquattro anni fa, ossia domenica 6 ottobre 1929

La ristrutturazione del campionato

Promotore della riorganizzazione del pallone italiano fu Leandro Arpinati. Romagnolo di nascita e fascista della prima ora, il civitellese – figura di spicco dello squadrismo bolognese – ricoprì diverse cariche in ambito sportivo. Su tutte la presidenza del Coni e quella, appunto, della Figc. Il calcio venne riorganizzato in tre categorie: al massimo livello seguivano Divisione B e, suddivisa geograficamente in quattro gironi, Prima Divisione – stretta parente dell’attuale Serie C. Inizialmente pensata a sedici squadre, la “prima” Serie A si giocò invece a diciotto. La mancata omologazione del 2-2 maturato nello spareggio tra Lazio e Napoli, aggiunta all’iscrizione d’ufficio della Triestina, comportò tale allargamento. Oltre a capitolini e partenopei troviamo tra le altre partecipanti tante compagini ancora protagoniste: Bologna, Genoa – o meglio, Genova – Inter (Ambrosiana), Juventus, Milan, Roma, Torino. Al contrario squadre come Atalanta, Fiorentina, Lecce e Verona disputavano il campionato cadetto, dove risultava iscritta pure la Fiumana, società della dannunziana città di vita. 

La sorpresa della prima giornata della vecchia Serie A

Gazzetta dello Sport, terza pagina del 7 ottobre. Il titolo della rosea ci fa appunto sapere che “con una giornata di maltempo le trentasei squadre delle categorie maggiori si mettono in cammino”, riprendendo poi nel sommario con quella rivelatasi come sorpresa della domenica d’esordio: “la Lazio, battendo i campioni d’Italia, dà la nota inattesa e vibrante alla prima della Divisione A”. A Roma, infatti, il Bologna soccombe per 3-0. Senza sostituzioni (non ancora previste) i petroniani sono condizionati dall’aver giocato per oltre un’ora con un uomo in meno – tale Martelli II, colpito involontariamente al volto da Ziroli. Fa sorridere, se letta con gli occhi di occhi, la ripetuta puntualizzazione del cronista sulle difficoltà causate nel giocare “contro sole”.

Gli albori della Serie A: vincono le strisciate

Le sette colonne del quotidiano milanese continuano quindi con i tabellini delle restanti partite. Pioggia battente in quel di Livorno, dove l’Ambrosiana passa per 2-1. La gara, “disfida cavalleresca” caratterizzata da “vento impetuoso”, viene sbloccata da Meazza. I nerazzurri “ottimamente inquadrati e con gioco realizzatore” colgono quindi in terra labronica il primo successo di un’annata che si concluderà con la vittoria del terzo titolo nazionale. Sotto a un “tempaccio burrascoso” il Milan travolge 4-1 la malcapitata formazione bresciana. Le “semispopolate gradinate scoperte dello stadio di San Siro” fanno da cornice alle vaste pozzanghere che non impediscono lo spettacolo. E, benché “lo stato del terreno favorisse i corpo a corpo”, gli atleti “seppero mantenere il giuoco su di un tono elevato”. Cede invece “a denti stretti dopo un’epica difesa” il Napoli di fronte alla Juventus. Sotto per un’autorete, gli azzurri ribaltano il risultato con la doppietta di Mihalich – giovane talento proveniente dal golfo del Quarnaro – ma si arrendono al successivo ritorno bianconero. La futura squadra più titolata dello stivale, per l’occasione “assai al di sotto della sua fama” vincerà infatti per 3-2. 

Le altre partite

L’unico pareggio della storica domenica è quello tra Pro Vercelli e Genova, un 3-3 condito da “azioni arruffate” nel quale – stranamente – del bel gioco neanche l’ombra. Le affermazioni di Pro Patria, Alessandria, Modena e Torino (rispettivamente contro Cremonese, Roma, Padova, Triestina) chiudono a suon di gol quella che fu la primissima giornata della nostra cara, vecchia e amata Serie A

Marco Battistini

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