Roma, 4 ago – Con una seduta straordinaria e un voto netto, il Consiglio provinciale di Brescia ha approvato oggi la mozione per l’intitolazione di uno spazio pubblico alla memoria di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù morto il 29 aprile 1975 a Milano, dopo l’aggressione subita da militanti di Avanguardia Operaia.
Brescia, la mozione per Ramelli è approvata
Il provvedimento, promosso da due consiglieri di Fratelli d’Italia, era stato inizialmente rinviato il 30 luglio per mancanza del numero legale. Oggi, dopo un dibattito acceso, è arrivato il via libera, con i voti favorevoli della maggioranza di centrodestra. L’aula ha registrato l’assenza dei gruppi di centrosinistra, che avevano già manifestato la loro contrarietà. “Un gesto di verità e giustizia, che restituisce dignità istituzionale a una figura troppo a lungo rimossa”, ha commentato Diego Zarneri, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. La decisione non è arrivata senza polemiche. Nei giorni scorsi una lunga lista di sigle – tra cui ANPI, CGIL, CISL, UIL, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, oltre a varie associazioni e collettivi – aveva inviato una lettera al prefetto Andrea Polichetti per chiedere di fermare l’approvazione della mozione, definita “un atto divisivo e provocatorio”. Secondo i firmatari, l’iniziativa si inserirebbe in una strategia di “revisione ideologica” della memoria repubblicana, accusando Fratelli d’Italia di voler “strizzare l’occhio” a nostalgie neofasciste. Di segno opposto la lettura della maggioranza consiliare, che ha rivendicato il valore civile del gesto.
Ramelli entra nel patrimonio della memoria pubblica
Con il voto di oggi, la Provincia di Brescia si aggiunge a quelle realtà locali che hanno deciso di inserire Ramelli nel patrimonio della memoria pubblica. L’amministrazione dovrà ora individuare quale spazio pubblico o immobile sarà intitolato. I tempi e le modalità verranno stabiliti nelle prossime settimane. Ma intanto, il segnale è arrivato e parla chiaro: basta con la mafia ideologica che impone una narrazione a senso unico.
Vincenzo Monti