Roma, 10 giu – Capiamo, e non comprendiamo e condanniamo, che il business dell’accoglienza faccia gola a tutti, ma che addirittura dietro la falsa benevolenza operata anche dalle Istituzioni religiose si provi ad intimorire i cattolici è il colmo. È il caso di Don Florio, che a Gallarate tuona contro la Remigrazione.
Il prete immigrazionista di Gallarate
Anche da queste colonne abbiamo più volte introdotto il tema della Remigrazione, ovvero il rimpatrio di tutti gli immigrati clandestini e la possibilità per quelli di seconda generazione di tornare nei loro Paesi d’origine. CasaPound, come noto, da mesi ha lanciato una campagna informativa su tutto il territorio nazionale con cortei, presidi nelle principali città, e persino una raccolta firme, con ottimi riscontri. Di recente altri soggetti, invece, hanno organizzato un incontro a Gallarate che ha suscitato tante polemiche prima (costringendo lo spostamento della sede da Milano a Gallarate), durante (con tentativi di non far svolgere il summit) e dopo. E la più incredibile è stata quella sollevata da un prete, nella fattispecie Andrea Florio, Cappellano dell’ospedale di Gallarate: “Ho detto più volte che chi non prende posizione contro tutto questo (la Remigrazione, n.d.r.), diventa complice; anche se sono differenti i livelli di complicità. Io conosco alcuni fedeli che non hanno preso le distanze da tutto questo, rendendosi quindi conniventi con il male”. Addirittura! E prosegue: “Prima o poi dovrà confessarlo questo comportamento che è contro Dio e contro gli uomini”.
La scomunica ufficiale
Praticamente Don Florio scomunica quanti non si dichiarino contro la Remigrazione, praticamente sconfessando uno dei suoi recenti pastori. Eh si caro don Andrea lei dimentica, o fa finta di dimenticare che la guida della Chiesa in terra, dal soglio pontificio proprio di recente, ebbe a dire: “Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra”. Ad affermare con forza questo concetto fu Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, ampliando ancor di più quello del suo predecessore, il Beato Giovanni Paolo II: “Il diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria”. Don Florio non crede che prima di scomunicare i cattolici debba meglio approfondire il tema e soprattutto seguire quanto la sua stessa Chiesa, e il capo di essa, le indica? Eh già…chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Emanuela Volcan