Roma, 2 dic – Una delle “argomentazioni “ progressiste più note è la seguente: “come fa la destra ad ammirare Giulio Cesare, se costui praticava l’omosessualità “? Questa domanda non ha alcun senso, se si parte da una visione dell’esistenza totale e reale. Il motivo per cui una personalità nota della storia viene ammirata non risiede nella valutazione di quelle che erano tutte le sue condotte, ma in quelle che lo hanno distinto dagli altri, ovvero lo hanno reso eccelso.
Cesare era un uomo in carne ed ossa
Giulio Cesare, quotidianamente, mangiava, beveva, dormiva e rispondeva a tutti gli stimoli fisici a cui rispondono gli esseri umani, ma nessuno lo ammira per questo. Essendo la condanna, tanto come la disapprovazione, un qualcosa di opposto all’elogio e all’approvazione, ne consegue che una persona può essere oggetto di forte repulsione soltanto se il suo atto ha avuto un effetto tale sulla società da rovinarla, tanto quanto un soggetto che invece con il proprio agire abbia portato la comunità cui appartiene alle vette. Ovvero, l’omoerotismo di Cesare, vero o meno che sia, (atteso che Cesare ebbe rapporti con le donne e che nel mondo romano chi praticava rapporti omoerotici, era generalmente “bisessuale” e ben distinta era la figura attiva da quella passiva) per essere oggetto di condanna avrebbe dovuto avere sui romani e sulla società romana nel suo complesso un effetto tale da distruggerla.
Ricordiamo le gesta più che le inclinazioni
Dal momento che Cesare, invece, nella storia si è distinto per aver conquistato la Gallia, per aver dato avvio all’inizio dell’epoca imperiale e per aver designato Augusto come suo erede, quel che faceva nelle proprie stanze, semplicemente, non è un argomento degno di interesse. Tale diventa soltanto nella mente di personaggi da avanspettacolo che cercano, in virtù del loro contorto sistema ideologico, giustificazioni per i propri deliri. Costoro dicono sempre, “non è affar dello stato ciò che gli adulti fanno in camera da letto.” Peccato che siano proprio loro a rendere questa una questione di stato, quando vogliono che questa categoria abbia valore giuridico o sociale. Il solo fatto di asserire che una persona omosessuale debba essere pubblicamente accettata rende ben chiara la deviazione ideologica; un comportamento che non è affare dello stato implica ipso facto che non debba essere accettato pubblicamente, in quanto lo stato si occupa esattamente di questioni pubbliche e politiche.
Non esistono bene e male assoluti
E dal momento che noi apprezziamo Cesare per il fatto che costui ha rappresentato una figura di stato, quel che riguarda altre sfere non è ne oggetto di condanna, né di interesse. E tale constatazione ci porta ad un risultato che i progressisti moderni semplicemente non colgono; non esiste né bene, né male assoluto, semplicemente le cose vengono giudicate in modo positivo o negativo sulla base del fine che perseguono rapportate al tutto. Noi non discutiamo dell’omoerotismo come pratica ma dell’ideologia che intende perseguire chi vuole rendere tale pratica una questione politica. Sostenere che due persone dello stesso sesso possano costituire una famiglia è una deliberata sovversione dell’ordine naturale delle cose, in virtù del quale soltanto dall’unione di un uomo e di una donna nasce una famiglia, un clan, una stirpe, una razza, una città, un impero e così via.
Cesare non avrebbe sposato due uomini
E questo Cesare lo sapeva benissimo, come lo sapevano tutti i romani, i quali non hanno mai pensato di poter stabilire come norma pubblica e politica il fatto che l’unione tra due uomini fosse equiparabile a quella di un uomo e di una donna. In virtù poi della loro propensione ad abbracciare una visione totale, ben sapevano che potessero esistere altre forme erotiche, ma le guardavano come un aspetto del reale particolare, non sovrapponibile agli altri. Il paradosso degli lgbti è quello di voler rendere certe pratiche uguali a quelle tra uomo e donna. Così facendo loro danno per assodato l’idea che il rapporto uomo-donna (fra l’altro solo un tipo di rapporto tra uomo e donna, negando quindi tutte le forme dell’eros tra i due poli) sia l’unica forma possibile di erotismo e che a questa tutte le altre si debbano sottomettere. Quando invece si ha un’adeguata comprensione delle cause, ben ci si rende conto che ogni fatto va calato nel proprio contesto e conosciuto per ciò che lo rende caratteristico. Il rapporto uomo-donna che viene declinato a scopo familiare è unico nel suo genere e ha delle implicazioni e delle finalità che nessun altro rapporto può avere. Ma, proprio per il fatto di conoscerlo come unico e irripetibile, quando si conoscono altri fatti che attendono alla sfera del sesso e dell’eros, non si avrà necessità né di elogiarli né di condannarli, ma semplicemente di relegarli ad una sfera diversa e di condannare soltanto chi vuole usare una parte per distruggere il Tutto.
L’inclinazione sessuale non è tutto
Nel mondo Lgbt esistono tante persone che non hanno un orientamento omoerotico, così come nella società normale esistono persone che hanno un comportamento omoerotico che ripudiano le ideologie Lgbtq. Se noi ci soffermassimo sulla pratica, dovremmo odiare i secondi, quando invece detestiamo i primi. E tutti possono constatare che i propagandisti delle ideologie gender non omosessuali sono i primi ad odiare persone che hanno condotte omoerotiche, nel momento in cui queste non sposano le loro tesi deliranti, esattamente come le femministe odiano le donne non femministe e i comunisti i proletari non comunisti. Chi ha in se il virus dell’egualitarismo odia chi semplicemente vuole vivere la vita in modo organico, complesso e ordinato, conoscendo tutto nella sua interezza. Il più immondo crimine che si possa fare è rendere un uomo “gay”, una donna lesbica, oppure dire a un tale di essere trans etc. Un uomo è definito dalle sue origini etniche e familiari, dalle sue disposizioni intellettuali, dal suo ruolo nella comunità, dal suo carattere. Quel che fa nella camera da letto non è la sua identità, o lo è in parte minima e parziale, non totale.
Principi costanti e immutabili
Chiunque abbia senno, a prescindere da ciò che pratica in casa, vuole essere valorizzato e considerato per la totalità della sua persona che si rapporta in pubblico e sarà ben cosciente del fatto che esiste una linea di confine tra ciò che è privato e ciò che non lo è, tale per cui quel che attiene ad una sfera intima non vorrà che sia sottoposto a giudizio altrui né in un senso positivo, né negativo. E chiunque abbia senno riterrà chi vede in Cesare un omosessuale uno squilibrato totale. In ultima analisi, comunichiamo ai progressisti che noi non è che valorizziamo certe epoche storiche, abbracciandole in tutti gli aspetti non essenziali, ma in virtù di quei principi costanti e immutabili, in quanto non seguiamo la legge demenziale del tutto o nulla e dei dualismi.
Cesare è un archetipo eterno
Apprezzare i romani per il Mos Maiorum non significa viaggiare con i cavalli, rinunciando alle automobili. Chi ha un senso del mito e della storia sa bene che vi sono cose che mai mutano, cose che mutano e che in un dato contesto potevano essere buone, in un altro assolutamente sbagliate. Quel che conta è come una civiltà incarna archetipi eterni nel tempo che vive e come affronta le sfide e i problemi che le si pongono davanti.
Ferdinando Viola