Roma, 20 giu – L’Ue bacchetta l’Italia, insieme a Francia, Belgio, Slovacchia, Ungheria, Malta e Polonia. L’ennesima proceduta d’infrazione per deficit eccessivo, per intenderci, visto che non è certamente la prima che il nostro Paese recepisce dai signorotti di Bruxelles. In ogni caso è sempre un motivo di vanto, e non siamo per nulla ironici.
L’Ue che bacchetta l’Italia è motivo di vanto
Siamo il Paese dal “compitismo a casa” più fedele ai dettami di Bruxelles, per lo meno tra le Nazioni medio-grandi. Eppure siamo anche il Paese dello stigma europeista più diffuso. Siamo i “cattivi” per eccellenza, poco conta se prima del Covid abbiamo violato i parametri di Maastricht nel solo 2009 mentre la Francia lo abbia fatto per ben nove volte. Sarà così anche per questa ennesima proceduras di infrazione. Perché Parigi ignorerà, Roma enfatizzerà. Continuando la sua corsa irrefrenabile verso la morte. Quella del solito inseguimento a un debito che non verrà mai ripagato, di un’attenzione ai bilanci che produce il solo risultato di impoverirci ancora di più. Le procedure d’infrazione contro l’Italia erano calate leggermente nella recente primavera, sono risalite nelle scorse settimane (erano 63, sono diventate 65 e, guarda un po’, il biblico “ambiente” è in testa con 18 provvedimenti). Non va bene scendere, benissimo va risalire. Perché il messaggio del compitismo a casa va contestato, criticato duramente, invertito e ribaltato. Soprattutto se poi veniamo descritti alla stregua di una sottospecie di barboni che si approfittano della benevolenza del sedicente civile e corretto “Nord Europa”.
Molte procedure di infrazione molto onore
Dovremmo ragionare come la Francia, se vivessimo in un Paese normale. Dunque, sostanzialmente, fregarcene delle angherie di Bruxelles e fare di tutto per spendere, perfino nel contesto limitato dall’insopportabile gabbia di Bruxelles. Dovremmo farlo per il nostr Stato sociale, per il sostegno alla Sanità, per l’abbattimento delle tasse ad ogni livello, perfino per poter asfaltare le strade con maggiore continuità, vista la situazione imbarazzante che su quest’ultimo punto presentano molte città italiane, non solo al Sud ma anche al Nord. Purtroppo non sarà così. La procedura d’infrazione sarà diffusa dai media di massa seguendo la solita narrazione: quella dell’Italia cattiva bambina che occorre rimettere in riga, rieducare e intimare a compiere ancora sacrifici, puntando sulla colpevolizzazione perenne di non averne compiuti abbastanza. L’europeismo ci vuole morti, ma si racconta e ci racconta di costituire un’opportunità.
Stelio Fergola